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Miracolo! Fabio Pontiggia scrive TUTTO GIUSTO

Si tratta ovviamente di un innocuo escamotage (vedere alla fine). Ma mi ha colpito la perfezione con la quale il Condirettore del Corriere ha “fotografato” il problema. Poche righe, non una parola fuori posto. Un record.

“Il padre di Aylan non è un profugo di guerra, è un semplice migrante in cerca solo di una migliore condizione economica, ha compiuto una grande imprudenza portando in mare i figli e la moglie (tutti deceduti nel naufragio), poteva rientrare tranquillamente in Siria, come ha fatto per i funerali dei suoi cari. Pertanto la fotografia del figlio morto sulla battigia di Bodrum, proposta come immagine simbolo della tragedia siriana, è pura manipolazione politica, un volgare grimaldello utilizzato per suscitare, puntando solo sull’emotività, sensi di colpa nelle nostre coscienze e spalancare così le porte del Vecchio Continente a tutti i migranti, non importa se economici o profughi di guerra.” (dall’editoriale odierno)

Ovviamente c’è il trucco (mio). Questo è ciò che Pontiggia considera FALSO. Leggete per favore il seguito nel nostro massimo Quotidiano.

 

Relatore

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  • Ebbene sì, anch’io leggo il CdT. Un giorno leggi Foa e il giorno appresso leggi Pontiggia. Che cosa vorrà dirci esattamente il più letto quotidiano della Svizzera italiana? Perché, appunto, l’estratto qui proposto da Ticinolive, potrebbe essere una delle tante chiavi interpretative…

    Il fatto è che le semplificazioni che ci arrivano dalle diverse parti e cioè, apertura oppure chiusura, non risolvono i dilemmi. Perché si può essere «per» la chiusura/apertura oppure «contro» la chiusura/apertura. Anche lì le difficoltà semantico-ideologiche sono latenti, perché tutti si vuol essere «per» qualcosa e non «contro» qualcosa.

    In fondo sarebbe più semplice determinare il tempo e lo spazio della giusta, necessaria e inevitabile accoglienza. Perché volère o dolère di questo si tratta.
    Con, oppure senza, foto-stimolo. Lo si deve fare. Ne va della nostra autostima, della nostra dignità, insomma dei nostri «valori». Ne sono convinto. E non vedo alternative accettabili. Tantomeno quelle "salviniane" e neppure quelle “riserve” così (poco) sorprendenti est-europee. Certo seguendo la furbissima uscita del Pentagono (P maiuscola… Purtroppo!) ci si attendono vent’anni di assestamenti sociali ed economici a dir poco rilevanti. Al di là dell’Atlantico sembrerebbero dire: aspettiamo di vedere come gli europei se la cavano con questi nuovi “stimoli” migratori. Della serie noi destabilizziamo i continenti e la gente poi trovi una soluzione. Si adegui. In altri termini: ce la faranno i socialdemocratici stanziati a nord del mediterraneo a salvare i loro invidiatissimi e costosissimi welfare? Oppure dovranno piegarsi alle… ragioni espresse da Thilo Sarrazin, Michel Houellebecq e di tutta la compagine pessimista?

    Intanto diciamocelo: tanti, molti di quelli che sono per la chiusura sono anche tanto, ma tanto nemici dello stato sociale. Quindi spesso non si capisce la loro volontà di chiusura. Per salvare che cosa? La ricchezza circoscritta? Tanto quella rimarrà comunque salvaguardata. Sappiamo benissimo che le cittadelle private recintate, i quartieri gated, gli arrondissement chic, insomma le fortezze della ricchezza esclusiva, sono preparate ad ogni assalto. Quindi perché tanto clamore?

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