Venerdì 11 settembre 2015 il Parlamento giovanile si è riunito nella sala del Gran Consiglio e ha discusso con i Consiglieri di Stato le risposte che questi ultimi hanno dato in un rapporto scritto del 19 agosto alle richieste primaverili del CCG. Per chi si identifica in una cultura politica orientata alla sussidiarietà e al controllo dello statalismo che sta distruggendo l’Occidente con regolamentazioni e balzelli fiscali, scorrere le richieste fatte dai futuri cittadini è raccapricciante, e la necessità di educazione culturale e politica ahimè enorme.
Sono state formulate ben 29 richieste, una lunga lista della spesa che generalmente chiede che lo Stato faccia questo e quello. Naturalmente, i giovani parlamentari si guardano bene dal chiedere che lo Stato si tolga dai piedi, che tassi meno, che riduca la soffocante burocrazia, che favorisca l’iniziativa privata e la vita di associazione. In poche parole, nessuna più pallida idea di che cosa sia il DNA svizzero, orientato alla sussidiarietà, alle soluzioni dal basso e ragionate, alla società civile e al volontariato. E neppure un po’ di sana voglia di contestazione giovanile contro l’apparato. No, i membri del CCG sono stati talmente indottrinati dalla scuola di Stato e dai media che non vedono la minima necessità di prendere in mano il proprio destino una volta maggiorenni: preferiscono prolungare il limbo infantile affidandosi a papà Stato, e anzi chiedendogli ancor maggior servizi.
Si chiede per esempio di garantire pasti a buon mercato a studenti ed apprendisti, anche in ristoranti! E chi paga? Oppure di caricare il programma scolastico con mille desideri, anziché per esempio pretendere che il ministro Bertoli ed i suoi funzionari smettano perlomeno di bloccare la volontà popolare di insegnare la civica nella scuola dell’obbligo. Per non parlare della chicca: trattare nell’educazione sessuale anche omosessualità, bisessualità e transessualità. E perché non anche quella tra uomini e animali, non sono pure loro esseri viventi alla pari di noi umani?
Gramsci aveva ragione sull’egemonia culturale. Oggi è quella di statalismo e relativismo dei valori.
Paolo Pamini
Istituto Liberale
Granconsigliere, La Destra (AreaLiberale)
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..."Per Rosmini, la stessa negazione della proprietà è la negazione dell’altro quale soggetto morale, e la sua riduzione a semplice oggetto di un apparato investito della facoltà di disporre di tutti e di tutto. La statolatria (il “governo ricchissimo, potentissimo” di cui parla Rosmini) ne è un esito del tutto conseguente."...*
*Carlo Lotieri, introduzione a "La Chiesa e il mercato" di Thomas E. Wood Jr.