La Sinistra è sempre stata (ed è tuttora) imbattibile sul terreno dei Sogni. Gli altri, che chiameremo con sarcasmo “reazionari”, sono invece condannati a pagare le fatture dei Sognatori. Ben gli sta.
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Sarebbe sbagliato limitare il valore del lavoro a quello di puro mercato, come accade sempre più spesso. Dopo la scomparsa dei lavori ripetitivi e noiosi svolti in ambienti austeri, ora le forze che tendono a distruggere il senso umano e creativo del lavoro sono la pressione, lo stress e le costanti minacce. Al contrario, il Reddito di Base ripristina il valore etico del lavoro, sia nei confronti della società che con sé stessi. La pigrizia non risiede nel genoma umano: è soltanto una reazione al lavoro forzato. Donare la possibilità ai lavoratori di rifiutare le proposte di lavoro è una forma di responsabilizzazione. Si abbandona il pretesto della necessità. Senza libertà non c’è una vera etica del lavoro.
Lungi dall’incoraggiare l’ozio, il Reddito di Base permetterà a ciascuno, nella misura delle proprie capacità e del proprio desiderio, di impegnarsi in modo sereno, libero e responsabile in attività lavorative essenziali per l’interesse generale, che però gli impieghi tradizionali tendenzialmente trascurano. Il lavoro è sempre d’attualità ed il suo compito enorme. È più che mai necessario che ognuno possa impegnarsi: a prendersi cura di se stesso, dei propri genitori, dei propri figli e della propria famiglia; a lavorare per il bene pubblico comune (la conoscenza, le arti, la cultura,…); e infine a lavorare per sviluppare e applicare a tutti i livelli i mezzi che permetteranno di lasciare in eredità alle generazioni future un pianeta vivibile.
Claudia Crivelli Barella, candidata per i Verdi al Consiglio Nazionale
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Tanti anni fa un frate (o meglio: un uomo vestito da frate) si mise a fare autostop su una strada del Ticino. Lo vide un automobilista e impietositosi si fermò. Il presunto religioso salì sulla vettura e il conducente iniziò a interrogarlo su questioni di fede. In breve tempo si accorse che qualcosa non quadrava. Anzi: vi era più di un sospetto che l'uomo fosse un truffatore. Allora il conducente, esperto meccanico, fece grippare il motore e la macchina si bloccò. A questo punto il furbo automobilista disse: "Caro Padre, non è niente. Lei però dovrebbe essere così gentile da scendere, e mentre io cerco di riavviare il motore, spingermi un po' la vettura". L'uomo col saio abboccò, scese e fece quanto gli era stato detto. Ma l'automobile ripartì di scatto e il malandrino, che effettivamente era un ladro, rimase appiedato con un palmo di naso.
Ogni temerario riferimento a certe realtà del giorno d'oggi è puramente casuale.