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Ticino Terza piazza finanziaria svizzera: rilanciamola! – di Tobiolo Gianella

Questo buon articolo lo vedo come incompleto. Poiché, se esso è lucido nel descrivere il danno, è per contro estremamente pudìco nell’illustrarne le cause politiche. Una (rispettosa) critica al Consiglio federale? Ben venga, ma non dimentichi Gianella che il suo PLR è solidamente rappresentato in quel consesso. È il terzo partito, con due seggi, mentre il primo partito ne ha uno (ed è noto quanto stupefacente che il quarto partito ne brami due).

Alcuni sostengono che le grandi banche (le immense) abbiano imposto la linea del cedimento al governo, uno dei più deboli e inetti dalla guerra del Sonderbund, e ci può essere del vero in tale tesi. Era proprio questa la domanda che avrei voluto porre al CEO Ermotti, venerdì scorso nel padiglione delle mele dell’acqua del sale e del caffè. Ma, codardamente, non ho osato e per tre volte mi sono morso la lingua. Ne ho fatta un’altra, più innocua (ma sempre imbarazzante). Mi ha risposto (si fa per dire) l’Ambasciatore.

* * * * *

Rilanciamo in particolare Lugano affinché sia utile a tutto il Canton Ticino non solo per la finanza ma per  tutta l’economia, il turismo in particolare. Poi perché ha sempre guardato verso la Lombardia e il Piemonte, Regioni con noi confinanti e di una potenzialità economica pari almeno a quella svizzera.

Certo, sappiamo che il segreto bancario per i cittadini stranieri con conti correnti bancari in Svizzera, tra poco tempo, non esisterà più! Lo scambio automatico d’informazioni bancarie e fiscali con gli Stati esteri de facto ha ucciso il segreto bancario, purtroppo il latte ha traboccato la padella e ne subiamo le conseguenze.

Quindi le libertà fondamentali elvetiche, come quelle economiche e di impresa, la riservatezza e la privacy dei cittadini sono ora messi in pericolo da un Consiglio Federale che vuole a tutti i costi uniformarsi ai programmi e agli obiettivi di un’Unione Europea statalista e centralista il cui obiettivo è soltanto quello di imporre la politica economica e fiscale dei suoi Stati membri. Ma la Svizzera, seppur geograficamente e culturalmente profondamente europea, non è nell’Unione monetaria né tantomeno in quella politica dell’Europa. Ed è per questo che il Popolo svizzero, a più riprese, ha scelto e sostenuto la via bilaterale per continuare a dialogare con l’Unione Europea mantenendo però correttamente la sua indipendenza federalista. Nel nostro Paese, a differenza di quelli dell’Unione Europea ma anche degli Stati Uniti, il cittadino è sempre stato visto come una persona corretta per cui in caso di frode od evasione fiscale è lo Stato (e non il cittadino) a provarne la colpevolezza, ciò che non è in Italia e negli USA, per esempio.

La fiducia dello Stato nei confronti dei suoi cittadini non può e non deve essere messa in discussione. Finirebbe la credibilità nei confronti delle istituzioni. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad un deterioramento dei tasselli che hanno, inutile negarlo, contribuito al benessere sociale ed economico della nostra piazza finanziaria e più in generale del nostro Paese. Quale candidato al Consiglio Nazionale e quale luganese conosco bene le preoccupazioni della terza piazza finanziaria svizzera, che offre un alto numero di posti di lavoro. Per continuare a mantenere un qualificante settore bancario e finanziario è necessario trovare soluzioni concrete. 1) Mantenere una elevata professionalità e qualità della formazione del personale. 2) Puntare su prodotti e servizi bancari e finanziari qualitativamente superiori, come lo sono già ora nei confronti degli altri Paesi. 3) Puntare sull’efficienza di piattaforme informatiche per lo scambio delle transazioni bancarie che offrirebbe una riduzione dei costi a carico dei clienti. 4) Dotarsi di strumenti efficaci di marketing e di promozione delle attività bancarie anche a livello internazionale.

Per andare in questa direzione è tuttavia assolutamente necessario che i nostri operatori bancari e finanziari possano liberamente accedere ai mercati Europei ed Internazionali e soprattutto che l’Italia ci tolga dalla ormai ben nota black list.

Tobiolo Gianella
Candidato PLR al Consiglio Nazionale

Relatore

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