(fdm) A ciò che scrive l’amico Tullio mi permetto di aggiungere una sola osservazione, a proposito del PLR che avrebbe “bucato un’altra volta”. Secondo me più che di insuccesso bisogna parlare di aspettativa esagerata, la quale poi genera fatalmente la delusione. L’obiettivo del 3° seggio (che poteva essere raggiunto, in pratica, solo a spese del PPD) è stato mancato per 8732 schede, non proprio un sacchetto di noccioline.
Questo dell’aspettativa esagerata e poco realistica – che può addirittura sconfinare in una forma di autosuggestione – è un fenomeno abbastanza comune in politica. Ad esempio, nella campagna d’aprile abbiamo sentito : “entriamo in governo” (Verdi), “raddoppiamo in governo” (PPD), traguardi obiettivamente fuori portata.
Articolo pubblicato nel CdT.
Da noi tutto come prima con il ricambio in casa democentrista. Il non eletto ha pagato certe sue irrispettose definizioni del nostro Paese e un fanatismo animalista sproporzionato. La nostra deputazione potrà contare su un nuovo buon elemento. La Lega ha dimostrato che il suo momento è tutt’altro che finito, dopo i successi comunali e cantonali ora si propone forza vincente per le federali. La congiunzione con l’UDC, questa volta dimostratasi non indispensabile per entrambi, ha tuttavia costituito un polo di tutto rispetto piazzando il comune candidato agli Stati al terzo posto e alimentando un legittimo appetito nel ballottaggio. Ballottaggio cui parteciperanno, sembra, anche altri, addirittura con il 6% o meno, dimostrando mitomania e scarso rispetto per il giudizio popolare. Ho letto della soddisfazione dei verdi-liberali ticinesi per avere raggiunto lo 0.8%. Buon per loro se sono contenti.
I liberali-radicali, dopo il discreto risultato alle cantonali, che però vittoria non era, hanno bucato un’altra volta mancando l’obiettivo del terzo seggio, forse annunciato con eccessiva baldanza e pretesa che si trattava di una lista fortissima. Sarà interessante seguire nei prossimi mesi gli equilibri interni, al vertice e negli organi istituzionali, nonché la strategia per le comunali.
Il PS annunciato forte dai sondaggi ha fatto male e male soprattutto ha fatto un suo esponente di spicco. Malgrado il maldestro tentativo di vendersi come antieuropeista il sindacalista per eccellenza ha subito un duro colpo, in particolare all’interno del suo partito. Restano i Verdi, crollati perché la concorrenza in quel campo è oramai forte, ma pure, e forse soprattutto, per le lotte intestine: troppi galli nel pollaio!
Ma le bocce non sono ferme. Prossimo appuntamento il 15 novembre con il senatore più anziano sicuro di un ulteriore successo e gli altri due a contendersi la seconda poltrona. Ma poi soprattutto il 9 dicembre con la nomina del Consiglio Federale. Sembra impossibile che un partito con quasi il 30% dei voti espressi nel Paese, non abbia almeno i medesimi diritti di chi ne conta la metà o addirittura meno di un settimo. Il buon senso, e anche il sistema stesso, fa affermare che di concordanza non si tratterebbe. Ma tutto è possibile. Già si dice che al secondo democentrista verrebbero chieste garanzie e addirittura promesse quasi di ubbidienza per avere il supporto di voti necessari alla nomina davanti alle Camere. Come se in un esecutivo proporzionale tutti dovessero avere la medesima idea.
Povera formula magica e strano concetto della democrazia!
Tullio Righinetti
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La pretesa di partitucoli di imporre ai candidati del partito di maggioranza relativa come debbano essere e comportarsi per poter essere eletti è talmente ridicola che mi fa indignare. Indignazione che aumenta quando vedo che hai due candidati socialisti non si fanno analoghe richieste.
Per i PPD, ricordo loro il grande Furgler che disse, nel plenum del CN, ad un deputato giurassiano fresco di nomina, impudente e saputello: "Monsieur, ça ce n'est pas de la politique, c'est de la stupidité". Esattamente come quella di Darbellay, che ha impiegato 10 anni per capire a malapena di essere stupido.