L’elezione di ballottaggio è sempre irta di incognite e di rischi, perché risponde a dinamiche difficilmente prevedibili. Guai dare per scontato, quindi, che i due candidati più votati al primo turno (Filippo Lombardi e Fabio Abate) lo saranno anche al secondo.
Il candidato sostenuto a spada tratta da Lega e UDC è aggressivo e onnipresente. Un candidato che ripete sistematicamente solo una frase: 9 febbraio…. Il resto è buio. Sembra non contare nulla, non esistere. Il Mattino e la solita propaganda leghista stanno cercando d’altro canto di far credere ai ticinesi che i due consiglieri agli Stati uscenti sono europeisti e “spalancatori di frontiere”, quando non è assolutamente vero. Ma la verità, ormai, nella politica ticinese dominata dalle panzane e dai fotomontaggi domenicali, vale meno di un soldo di cacio.
Conosco bene Fabio Abate e so che è un politico e un uomo dotato di grandi qualità, uno che preferisce il lavoro ai bla-bla fatti di slogan e di semplificazioni che stanno riducendo la nostra politica a un Circo Barnum permanente. Abate non è un urlatore, e nemmeno un capopopolo e forse questa, ad alcuni, può sembrare una debolezza. Io dico, invece, che questa è la sua forza: la forza della coerenza.
Grazie ad un’adeguata e convinta partecipazione delle cittadine e dei cittadini sono convinto che il 15 novembre l’elettorato saprà premiare serietà e competenza, e riconoscere l’importanza della continuità nell’azione politica della nostra Deputazione alle Camere federali.
Perché, checché ne dicano i propagandisti, a Berna nei prossimi anni non si decideranno soltanto i rapporti con l’Europa e l’applicazione della volontà espressa dal popolo svizzero il 9 febbraio del 2014, volontà che né il PLR né Abate contestano (anzi(!), la vogliamo concretizzare fino in fondo).
Nel prossimo quadriennio le Camere federali decideranno pure il futuro pensionistico, energetico, fiscale e della mobilità, per fare alcuni esempi. Temi che nella nostra vita quotidiana e in special modo per il Ticino saranno altrettanto importanti delle preoccupazioni legate al degrado del mercato del lavoro.
Rocco Cattaneo, Presidente PLRT
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