Ciò che è accaduto è, nel contempo, grave e sintomatico. Grave perché l’insulto appare nell’organo ufficiale del partito, del quale (come è scritto) la “responsabilità politica” incombe allo stesso Presidente. (Qui non c’è un molinaro incappucciato che scrive “Fuck yourself!” su un muro di cemento nella notte). Sintomatico perché il livore si volge contro il direttore del Mattino della domenica, il settimanale che viene visto come l’origine di tutti i “mali”. È bene tuttavia attribuire alla parole una connotazione relativa. Ciò che è “male” per una delle parti… non lo è necessariamente per l’altra!
Sintomatico soprattutto perché l’avversario politico è percepito e raffigurato come una specie di lestofante, un poco di buono, in un soprassalto d’odio (le parole sono inequivocabili). Senza riflettere (almeno) su un punto. Che colui che viene correttamente designato come “il candidato più votato tra i ticinesi”… non è in fin dei conti che un cane rognoso. Persino una persona poco accorta e poco intelligente si metterebbe sul chi vive e dedicherebbe al “fenomeno” un’adeguata riflessione.
In conclusione. Non abbiamo perso la speranza di udire una parola dal Presidente, il quale, oltre ai grandi onori, a carico ha ricevuto la responsabilità.
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