“Sono una multa ma mi travesto da tassa” (Righinetti)

Il mio pensiero del giorno va al voto del Gran Consiglio sulla Tassa di collegamento elaborata dal ministro Zali, approvata ieri con l’impressionante maggioranza di 64 SÌ contro 6 NO. I commentatori tendono a interpretare il voto come un “affronto” fatto dalla politica alla “grande economia”. Noi pensiamo invece che le vittime del marchingegno siano le solite, classiche ed inevitabili: i cittadini contribuenti.

Gli avversari del balzello minacciano ricorsi e referendum. La strada è in salita. Ma se riuscissero a ribaltare in sede popolare quel “bulgaro” 64 a 6, otterrebbero – oltre che un miracolo – una dimostrazione molto significativa.

In conclusione. Trionfo se non altro temporaneo per la linea fiscal-verde-leghista di Claudio “l’unico che fa qualcosa” Zali. Beatitudine (si suppone) dei socialisti, che realizzano (per una volta) tramite la Lega le loro più profonde aspirazioni. Evidente imbarazzo degli altri partiti, alcuni esponenti dei quali hanno inscenato un innocuo ed inefficace teatrino, a beneficio degli allocchi.

Grande e sarcastico articolo di Gianni Righinetti sul Corriere, che finisce così: “Come considerare, infine, lo zuccherino servito dai favorevoli? Dire che il balzello sarà attuato in prova per un periodo di tre anni, poi occorrerà fare il punto, sa di presa in giro. Quella varata ieri altro non è che una multa a scopo punitivo, vestita in maniera un po’ goffa da tassa.”

Ben detto, perbacco. Ma una domanda mi gira per la testa e mi assilla: quanti voti ha il giornale della signora Matilde in parlamento?


Relatore

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