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Il neo-svizzero, passaporto in prova! – di Andrea Censi

Andrea Censi yAndrea Censi yDiscutendo d’integrazione e processo di naturalizzazione con un’amica di doppia cittadinanza (svizzera e peruviana), abbiamo coniato la denominazione del nuovo cittadino rossocrociato: il NEO-SVIZZERO.

A fronte dei dibattiti del processo di concessione di cittadinanza, con chi si batte per aumentare i criteri per il rilascio del passaporto e chi invece vuole affievolirli e distribuirlo come fosse un figurina di calcio, ho cercato di approcciare il tema in altro modo. Essendo io molto legato alle problematiche dei conducenti, mi è risultato facile e spontaneo un paragone con il processo d’ottenimento della licenza di condurre ed il suo mantenimento.

Paradossalmente, dopo una breve riflessione, ho constatato che il procedimento per ricevere (ed ancor più per mantenere) il permesso di circolare sulle strade svizzere risulta ben più ostico e complesso di quello per la cittadinanza svizzera. Prima di poter richiedere la patente bisogna attendere 14, 16, 18 anni; si devono studiare tutte le regole della circolazione stradale e si deve affrontare un esame teorico; bisogna seguire dei corsi e svolgere un esame pratico; seguono ulteriori corsi ed un periodo di prova di 3 anni prima di ricevere il documento ufficiale ed essere a tutti gli effetti un “normale” conducente. Le spese di tutto questo processo sono ovviamente a carico del richiedente. Ma ciò che più mi interessa, e che permette di collegarmi alla prima riflessione, è il mantenimento della licenza di condurre. Invero, ogni conducente, se trasgredisce “gravemente” (concetto più che opinabile oggigiorno con le nuove norme di Via Sicura) la legge della circolazione stradale, la licenza gli viene revocata.

Qui nasce la mia considerazione, come la patente può esser revocata, anche il passaporto dovrebbe godere di questa possibilità. Per meglio spiegarmi, come esiste lo statuto di neo-patentato con licenza di condurre in prova, così dovrebbe esistere il NEO-SVIZZERO con passaporto in prova. Ma perché quest’idea balzana? Noi ci preoccupiamo tanto che il richiedente straniero, non abbia commesso reati, conosca la lingua, la civica, ecc. ma questi fattori, se soddisfatti, non fanno certo di una persona il cittadino modello ed onesto. Tutti noi abbiamo affrontato degli esami, a scuola; una materia a caso, la matematica; per esser promossi abbiamo dovuto studiare, ma a quanti interessava la matematica, quanti l’hanno odiata e quanto in fretta l’abbiamo dimenticata?

Un’ultima analogia tengo a farla ancora con la licenza di condurre. Se dovessimo studiare le norme della circolazione, affrontare un esame ed a patente ottenuta non potrebbe più esserci revocata? Rispetteremmo ancora i limiti di velocità, i divieti, i parcheggi, il tasso alcolemico, ecc.? Poco conto, non sarebbe una tragedia, sono norme della circolazione. Con il passaporto giochiamo però in un’altra lega, le trasgressioni possono esser ben più gravi.

La procedura per l’ottenimento lasciamola così com’è, consegniamo il passaporto, ma non permettiamo di rifiutare quello di origine, ed introduciamo un periodo di prova di 5, 10 anni, durante il quale al neo-svizzero, se dovesse commettere atti criminosi o infrangere gravemente le nostre leggi, potremmo revocare la cittadinanza.

Andrea Censi

Relatore

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  • Caro giova e automobilista:
    Devi tener conto, che per il permesso di guida si fanno poche lezioni e in pochi mesi l'ottieni. Mentre per la cittadinanza (parlo dei comuni mortali) la prova dura almeno 13 anni prima della do anda e un paio ancora, prima del si definitivo.
    Parlo sempre di comuni mortali, che devono anche dar prova di conoscere la storia e la civica che non è imposta nello studio, agli svizzeri. Ma anche di saper
    guadagnarsi da vivere e non avere debiti, presentando:
    Non il certificato penale o dei carichi pendenti, ma dell'uff. esec. e fallimenti (facile da ottenere, pulito, per chi ha la fortuna di non perdere il lavoro o la salute.....

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