“La vendono come tassa di punizione per i frontalieri” – Un pensiero di Gabriele Gendotti

L’ex consigliere di Stato Gabriele Gendotti attacca sulla Regione la cosiddetta Tassa di collegamento elaborata dal ministro Zali, contro la quale è stato lanciato un Referendum potentemente sostenuto dalle Associazioni economiche: DISTI (Lucibello), Migros (Emma), ASSEA (Dedini e Padlina), ecc. Osserviamo che:

  • Il voto favorevole del Gran Consiglio ha assunto proporzioni impressionanti e bulgare: 64 a 6, con il NO della Destra e considerevoli astensioni pipidine. Ma noi non eravamo (e non siamo) convinti del “sì sofferto” liberale, che in pratica potrebbe trasformarsi in un no (anche senza voler pensare, andreottianamente, a una vera e propria “imboscata”).
  • Il “neoecologismo” della Lega è audace e geniale ma non è, e non può essere, privo di problemi e patemi.
  • Per Claudio Zali il test appare, più che delicato, cruciale. Il Ministro più amato (forse perché non sorride mai) ha raccolto in breve tempo una vasta corte di fans che in lui credono e che lo vedono come “l’unico che fa qualcosa”. Sono mobilitati, convinti, chiassosi, adoranti; popolano e invadono Facebook. I Referendisti biechi, brutti, danarosi e cattivi, se saranno sconfitti, lo saranno grazie a loro.

Proponiamo ai nostri lettori un frammento significativo di Gendotti-pensiero.

* * *

Gendotti MolareGendotti MolareGabriele Gendotti a Molare (foto Ticinolive)

“Come possa la sinistra sostenere un aumento di imposte di questa grandezza, iniquamente a carico solo di singole e particolari classi di lavoratori, rimane un mistero. La si è voluta vendere come una tassa di punizione per frontalieri, ciò che nel Ticino attuale costituisce un potente veicolo di promozione elettorale, ma ci si dimentica che 2/3 dei 18 milioni di incasso preventivati andranno posti a carico dei contribuenti domiciliati nel cantone. La si è voluta far passare come una tassa che favorisce le zone periferiche, facendo finta di non sapere che ad esempio in Leventina o in Valle di Blenio di parcheggi aziendali per più di 50 veicoli in pratica non ne esistono. Peggio ancora: per la conosciuta penuria di posti di lavoro in loco saranno anzitutto i lavoratori vallerani a dover pagare, oltre i costi di trasferta, due volte i posteggi messi a disposizione dalle aziende (il canone di locazione e la nuova tassa).”


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