La consegna alla Cancelleria dello Stato avverrà il 29 gennaio. Il popolo voterà domenica 5 giugno.
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Emma, Lucibello, Dedini, Padlina, ecc. … hanno avuto SEI voti in Parlamento, un risultato al limite del bizzarro (e, volendo usare una brutta parola, dell’ipocrisia). 64 a 6. Ma adesso la musica è tutt’altra.
Il voto assumerà sempre più il significato di un test incentrato sulla figura carismatica della nuova superstar leghista, “l’Unico che fa qualcosa”, assurto rapidissimamente ai primi piani della politica: il consigliere di Stato Zali, che gode di un vasto numero di ammiratori, ben oltre i confini della Lega. Per lui la prova sarà cruciale e decisiva. Mentre per i suoi avversari – non tanto suoi quanto del Movimento populista – la tentazione di assestare un colpo gobbo a una forza politica all’apparenza invulnerabile sarà (logicamente) irrefrenabile. “Posso resistere a tutto, tranne che alla tentazione” soleva dire lo sfrontato Oscar Wilde.
Se le cose andranno storte, Zali potrà fare la figura del martire. Della vittima dei cattivi.
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Chi sono i 6 parlamentari che non hanno votato la tassa di collegamento?