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RSI, Quo vadis? – di Maristella Polli

Interessante e indubbiamente  duro questo articolo che Maristella Polli pubblica oggi su Opinione Liberale. Non credo di essere il più adatto ad assumere le difese della direzione della rsi. Mi permetto tuttavia di osservare che i licenziamenti – alcune decine di persone su più di 1100 collaboratori – sono stati (certissimamente) decisi a un livello più alto rispetto alla direzione regionale. Quanto ai metodi “disgustosi e fascisti”, essi sono stati deplorati da tutti ma era terribilmente difficile (forse impossibile) farli “bene”. L’unico modo veramente “buono”… sarebbe stato di non farli!

NOTA. Lo “strano licenziamento” di un giornalista radiofonico a dicembre si riferisce alla vicenda dell’animatore Cristian Bubola, che si è scatenato per settimane sui social (Facebook e Twitter), pubblicando documenti – tra i quali la sua lettera di licenziamento -, accuse, indiscrezioni e gossip di natura sentimentale/sessuale, con nomi e cognomi e in grande quantità.

NOTA 2. Molto netta anche la critica di Maristella Polli al “reingaggio” di Savoia, cacciato in malo modo parecchi anni or sono (ma ricordiamo che la RSI con i nostri soldi al termine di disfide legali gli dovette pagare un risarcimento). Alla fin fine la domanda rimane sospesa nell’aria: perché Canetta ha ripreso Savoia?

QUO VADIS ?

Difficile, veramente difficile per me restare indifferente alle notizie, apparse nei media in queste settimane, sull`evoluzione di questa importante ed indispensabile azienda per il nostro Cantone. Una Radiotelevisione srsvizzera di lingua italiana che sta navigando a vista, per non dire che rischia di affondare se continua con decisioni azzardate e improvvide, comunicate dai suoi dirigenti, e sulle quali la CORSI sembrerebbe non aver voce in capitolo.

Ma che sta succedendo? Dove sta finendo la grande professionalità dei suoi dipendenti? Quali piani di risanamento sono stati approfonditi per rimediare a situazioni finanziarie precarie? Licenziare persone, togliere contributi all’OSI, decidere la chiusura di alcune testate radiotelevisive non mi sembra sia la giusta direzione. Per non entrare poi nel merito del primo strano licenziamento di un giornalista radiofonico a dicembre (si possono contare sulle dita i licenziamenti decisi dell’azienda nei 50 anni precedenti… tra l`altro uno dei quali cancellato con decisione recente!!..), degli ulteriori licenziamenti effettuati con modalità disgustose e fasciste, della nomina di nuovi quadri dirigenti (Intrattenimento e responsabile Rete Uno) e il REINGAGGIO di Sergio Savoia in una funzione non confacente alla sua formazione, che la Direzione motiva con dichiarazioni fasulle e superficiali. Ma con quali giustificazioni possiamo accettare simili prese di posizione? Mi permetto ricordare che, ad esempio, nei decenni precedenti, personalità nominate a Capo del Dipartimento dell’Intrattenimento (che, con il passare degli anni, ha modificato la sua denominazione da Educazione e Famiglia, ad Animazione e Famiglia, a Intrattenimento, e tutto ciò vuol già dire l’involuzione programmata!) ripeto personalità come Sergio Genni, Prof. Bixio Candolfi, Manfredo Patocchi, Eros Bellinelli, Dino Balestra assunsero con professionalità, esperienza e preparazione culturale il ruolo loro assegnato dall’allora compente Consiglio d`amministrazione (CORSI). È quindi inevitabile comparare le attuali decisioni sui candidati nominati con la storica carriera delle personalità appena citate. Ha ragione Giorgio Giudici quando dichiara che il nostro Consiglio di amministrazione, ossia la CORSI, non ha più ragion d’essere.

Insomma la mia preoccupazione sta nella qualità del prodotto multimediale che la RSI, con la sua dirigenza, intende offrire in futuro al pubblico italofono. Mi chiedo se la Direzione RSI, ed in particolare il suo Direttore, si stanno rendendo conto del declino della qualità dei programmi, del clima aggressivo che si è venuto a creare con il personale ed i suoi Sindacati e del disinteresse che sta crescendo nella popolazione? Come sottolineato dal domenicale Il Caffè, la “scatola magica” si potrebbe rompere e le conseguenze, anche da punto di vista economico, per il nostro Cantone, potrebbero essere catastrofiche.

Le mie quindi non sono rimostranze nei confronti di persone singole ma sulle competenze con le quali si dovrà decidere il futuro dell’azienda RSI! Ribadisco ancora una volta che sono e sono stata innamorata della nostra radiotelevisione e vederla ora perdere i valori che si è conquistata mi fa male al cuore! Non è quindi “sputare nel piatto dove ho mangiato” ma semplicemente “Salvare la professionalità conquistata con fatica, nei passati decenni, sul mercato dell`audiovisivo”!

Maristella Polli
Granconsigliera PLR
Ex Quadro dirigente RSI


Relatore

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