“Nei casi in cui il recupero del condannato si presenta più difficile, al limite dell’impossibilità, l’unica via d’uscita consiste in un dispiegamento straordinario di risorse per la rieducazione”
dal portale www.pietroichino.it
* * *
* * *
Egregio Senatore Ichino,
le scrivo queste righe di getto, dopo aver letto il suo intervento sul Corriere a proposito di ergastolo e recupero. Mi ha molto colpito, un po’ perché ho sul comodino, in attesa di essere letto, proprio il libro di Fassone, un po’ perché sento parlare di “incostituzionalità dell’ergastolo” sin dai miei anni universitari, quando un compagno di collegio discusse la tesi in Diritto Costituzionale su questo tema, impopolare per i grandi media; e a me, invece studente di Lettere, fece assai impressione.
Il suo pezzo è bellissimo: convincente, argomentato, a tratti perfino lirico; non avevo del resto bisogno di essere persuaso sui punti che lei ha svolto, e tralascio anche la citazione di alcune sentenze della Corte Costituzionale in merito.
Però così è troppo semplice. Intendo: se prendiamo le storie di Salvatore e Carmine, che potremmo definire di redenzione, anche il più ottuso forcaiolo verrebbe convinto dai suoi ragionamenti.
Io penso invece a Franco, a Giuseppe, a Nicola e agli altri ergastolani che ho conosciuto, qualcuno passato anche dal 41-bis o dall’Alta Sicurezza. Ho trascorso con loro un anno; un anno scolastico per la precisione, avendo insegnato qualche tempo fa nel carcere di Porto Azzurro. In fondo solo un anno, per me lunghissimo, e in fondo solo una settantina di detenuti incrociati, il che è troppo poco per mettersi a pontificare; comunque è stato un punto di vista privilegiato, perché ho passato molto tempo tra loro, o almeno le mie 18 ore settimanali sono state un tempo maggiore rispetto ai due incontri annuali che hanno normalmente con gli educatori o con gli psicologi.
Ecco, Franco, Giuseppe, Nicola sono brutti, sporchi e cattivi; e irrecuperabili.
Tutti mi chiedono se le persone che ho conosciuto in carcere si sono pentite di quel che hanno commesso, ma se non hanno la percezione di avere sbagliato, come possono pentirsi? Non è la mia sfiducia nell’uomo, ma ho toccato con mano la loro morale quasi pre-omerica: servono soldi? faccio una rapina e ammazzo sette guardie giurate; mia moglie mi tradisce? sgozzo lei e il suo amante; il mio vicino di casa mi ha rubato un maiale? gli scanno i figli.
Nel mio piccolo ho svolto un esperimento: la pesantezza della quotidianità in carcere mi aveva reso molto pessimista, ma poi ho invitato un attore per uno spettacolo tra le sbarre; ho chiamato uno dei migliori, che è venuto senza esitazione, e ha tirato fuori dai miei alunni risorse inaspettate, anche solo di attenzione. Ma ci è voluto davvero un campione del palcoscenico. Insomma, se a questo uomini si dà il meglio, anche loro danno il meglio di sé, qualsiasi cosa questo significhi; il fatto è che le carceri italiane oggi non sono certo “il meglio”, e anzi peggiorano notevolmente i loro ospiti forzati; ma questo è un tema arcinoto.
Grazie se mi ha dedicato qualche minuto di attenzione, e grazie soprattutto per tenere vivo il dibattito.
Con stima, S. S.
* * *
* * *
Su questi propositi Ticinolive non esprime un giudizio, che preferisce lasciare ai suoi lettori.
Ricostruzione drammatica e realistica dei 34 secondi finali dello Hindenburg, come se fossimo lì. Una…
La tragedia dello Hindenburg è uno dei disastri più celebri della storia dell'aviazione ed è…
Oscar Coffani è un artista e ricercatore dell’anima, che unisce la forza del segno e…
di historicus Nel 1965, un giovane economista americano di nome Mancur Olson pubblicò un libro…
A cura di Indro D’Orlando La bibliografia su Dante e sulla Divina Commedia è immensa…
Ci sono luoghi dove nessuno guarda. Eppure è proprio lì che Dio attende.Non tra i…
This website uses cookies.