Niccolò Salvioni replica con fermezza agli attacchi socialisti

La difesa d’ufficio della Sezione socialista di Locarno (titolo originale)

* * *

La miglior difesa è l’attacco. Dopo il disastro al San Carlo il PS locarnese vuole la testa del Capo dicastero sicurezza.

(fdm) Questa faccenda assume l’aspetto di una plateale strumentalizzazione elettorale, che ben difficilmente avrà un esito positivo per gli agitatori. Ecco il testo integrale della lunga presa di posizione dell’on. Niccolò Salvioni. 

Il municipale, il sabato di Pasqua, al Rivellino con Carazzetti e Sciolli

Il sottoscritto ha preso atto della replica odierna al Municipio della sezione del partito socialista di Locarno, relativa alle critiche da loro formulate al Comando, ad una “piccola parte” del Corpo di polizia locale ed al sottoscritto, quale capo dicastero sicurezza.

Se vi sono delle prove di quanto affermato dal partito socialista locale, vi sono anche procedure istituzionali e giudiziarie dove farle valere. Un municipio non può esprimersi su semplici ipotesi, in particolare sulla stampa. Quale partito di governo della città di Locarno lo dovrebbero sapere.

Ci sono momenti e modi per formulare delle domande. Il fatto che l’attacco socialista contro il Comando, il Capo dicastero ed alcune –secondo loro- “mele marce da buttare” sia stato lanciato dopo l’emergenza San Carlo e nell’imminenza delle elezioni chiarisce il vero intento: delegittimare gli avversari politici oltre che la polizia, quale simbolo del potere.

Prendo atto che i vertici del partito socialista, che conosco e rispetto, non da ultimo per la loro intelligenza, ritengono che le mie affermazioni sarebbero “banalizzazioni” e che cercherei in maniera “patetica” di esporre i casi dal “profilo umano”.
Trovo sorprendente che una parte della sezione socialista locale ritenga di avere il monopolio della difesa dei giovani, degli stranieri, delle persone fragili e dei casi sociali, come pure dell’approccio umano ai problemi.

Va rammentato forse che il partito socialista locale punta a raddoppiare la propria presenza in municipio, ciò che -per delirio d’ipotesi- potrebbe anche succedere a scapito di un seggio liberale, segnatamente quello occupato -guarda caso- dal sottoscritto quale attuale capo dicastero sicurezza, ultimo arrivato e con una base di voti di partenza meno solida rispetto all’inossidabile Sindaco Alain Scherrer e del navigato Davide Giovannacci, validi compagni di lotta nella complessivamente brillante squadra municipale uscente (ai quali auguro una netta riconferma).

A proposito di “difese d’ufficio”, per quale motivo la direzione del partito socialista locale non chiarisce se -per caso- fra le parti civili che hanno denunciato i due agenti comunali, recentemente condannati in appello, vi sono persone a loro vicine ideologicamente?

Presumo poiché anche loro, come al capo dicastero, sta a cuore che la condanna, quando e se sarà cresciuta in giudicato, venga valutata oggettivamente e correttamente nei suoi effetti sui rapporti d’impiego pubblico dei due agenti, nel rispetto dei diritti di tutte delle parti coinvolte ed in particolare a prescindere –per quanto possibile– da qualsiasi interferenza metagiuridica (politica) che possa distorcere il giudizio amministrativo finale. Decidere oggi del destino professionale dei due agenti, prima della crescita in giudicato del giudizio, nell’imminenza di una elezione, sarebbe quanto di peggio si possa fare. I due poliziotti hanno il diritto, come qualsiasi essere umano, di essere giudicati al riparo da interferenze esterne sulla base di un giudizio amministrativo equo e degno di un essere umano: la legge non prescrive loro di fungere da capri espiatori politici. Come Capo dicastero ho il dovere di garantire il rispetto dei loro diritti procedurali amministrativi quali funzionari di polizia, anche se ritenuti colpevoli e condannati (con pene effettive lievi e prognosi comunque favorevole) in sede di appello penale –purtroppo– proprio nell’imminenza delle elezioni politiche locali.

Ritengo che i pubblici funzionari, anche quelli di polizia, vadano considerati persone con dei diritti, e non beni “usa e getta”, né pregiudizialmente “mele marce” dal profilo operativo. Ciò fino a prova del contrario. Solo chi non lavora non sbaglia, mai.

Il sottoscritto è stato designato quale capo dicastero sicurezza nel luglio dell’anno scorso. Di fronte alle pesanti critiche di settimana scorsa del partito socialista quale partito di governo nei confronti della mia persona, per evitare malintesi, venerdì scorso ho comunicato al Municipio che se non avessero confermato la fiducia, il dicastero sicurezza sarebbe rimasto a disposizione del Consiglio municipale. Il Municipio ha confermato la piena fiducia al capo dicastero, al Comandante e al Corpo. Il comunicato di venerdì scorso ha dunque una valenza superiore ad una semplice “difesa d’ufficio” da parte del Municipio: si tratta di una conferma del governo che pubblicamente ha rinnovato la fiducia nei confronti del sottoscritto, del Comando e del Corpo di fronte al tentativo di destabilizzazione istituzionale lanciato dalla sezione socialista locale.

Nonostante ciò, il sottoscritto ritiene di rimanere –per ora– l’unico responsabile politico della sicurezza locale, anche per i periodi che hanno preceduto la mia presa in carica del dicastero, senza che sia necessario trascinare inutilmente nella polemica anche l’attuale Sindaco, quale mio predecessore, né il municipio, che si è limitato a rinnovare la fiducia. Non voglio certo imporre la mia persona quale capo dicastero sicurezza nel Consiglio municipale di Locarno: il Municipio resta sempre libero, in ogni momento, di revocarmi l’incarico. Ho d’altro canto il dovere d’espletare la mia funzione quale municipale fino alla fine del mandato, dovere che rispetterò, al meglio delle mie capacità.

A questo punto, grazie alle critiche socialiste, anche il popolo, vista l’imminenza delle elezioni, sarà libero di decidere se confermare la mia presenza in municipio, alla quale carica sono nuovamente candidato, e dunque –indirettamente– anche la mia eventuale futura carica quale capo dicastero sicurezza, nel caso in cui fossi riconfermato.

La direzione della sezione del partito socialista di Locarno -o parte di questa-, come tutti coloro che non approvano il mio modus operandi “umano” fuori (e forse anche dentro) il mio partito, e taluni ne ho incontrati, restano liberi di non appoggiarmi, d’altro canto, come coloro che hanno apprezzato il mio impegno, restano liberi di fare il contrario: il Sovrano deciderà!

Questi sono gli strumenti politici democratici a disposizione, non il discredito, le ingiurie, le ombre del sospetto, la sabbia negli ingranaggi istituzionali né fare parvenza in sede extraistituzionale che esistano prove, senza però mostrarle.

Ed ora per cortesia, che la sezione del partito socialista di Locarno, o chi per essa, la smetta di interferire sul funzionamento della compagine municipale di Locarno per finalità meramente elettorali e si attenga ai protocolli e alle forme istituzionali, dimostrando così senso dello Stato.

Attualmente il municipio ha ben altri problemi da seguire e risolvere che impegnarsi in un vuoto chiacchiericcio mediatico.

In questi momenti bui per la Civiltà occidentale non c’è più tempo per giocare, neanche per il piccolo ministero della sicurezza della nostra cittadina di provincia –però con vocazione e spirito internazionale- chiamata Locarno. Ogni energia sarebbe meglio indirizzata per correggere, migliorare e perfezionare, assieme, la nostra capacità di resistenza e difesa, che non dissipata in sterili contrasti interni.

Niccolò Salvioni

Relatore

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