Avevamo sì ricevuto l’invito stampa al “sabato losonese” del 23 aprile ma, trovandoci momentaneamente all’estero, non abbiamo potuto partecipare. Peccato!
Era firmato SOMMARUGA BELTRAMINELLI CATTANEO CAROBBIO, il regime non lesina gli sforzi. Al di là delle vivaci polemiche sulle sperimentazioni-bidone (se io voglio un certo risultato lo potrò sempre avere) o sugli avvocati gratuiti e grishamiani per i veri e (soprattutto) finti rifugiati (non ci vuole l’immaginazione di un Dante per capire quello che succederà), l’informazione decisiva e illuminante proviene dalla semplice lettura dei 4 nomi, il primo essendo quello della catastrofica mini-Merkel nazionale. Domandiamoci, domandatevi: i (cosiddetti) partiti borghesi, che cosa ci fanno LÌ ?
* * *
Non appartengo, come asserito dal sindaco di Losone alla festa per gli asilanti, a quella gran parte della popolazione losonese che ha «rientrato» le ostilità iniziali nei riguardi del Centro, ma alla stirpe di quelli che per precauzione e sicurezza tengono sempre bene gli occhi aperti, le orecchie tese e la guardia alta. L’imbarazzante pagliacciata di sabato scorso dove sono convenute, Sommaruga, portaborse e onnipresenti rappresentanti dei partiti elastici compresi circa 300 persone, dimostra in modo abbastanza chiaro in quale misura sono «rientrate» le ostilità della popolazione verso il Centro. Dai risultati delle ultime comunali si può facilmente supporre che di coloro che avevano votato per il PS e il PPD ne erano presenti al massimo la metà, il resto era composto dalla solita clientela che si vede a tutti quegli eventi dove le luganighe o come in questo caso addirittura i bratwurst vengono serviti gratis. La magra partecipazione o meglio ancora il boicotto della manifestazione da parte della cittadinanza locale è un’evidente segnale di come la pensa la gente e mi conferma di non essere l’unico a vederla così. Se il sindaco invece di mettersi di scena al centro la Torre, di assistere alle partitine di calcetto tra asilanti o di fare la corte alla pifferaia federale si desse la doverosa pena di tastare più di sovente il polso della popolazione, si accorgerebbe che lo stato d’animo nel paese è tutt’altro di quello propagandato per fare bella figura nei discorsi ufficiali. Lo striscione pubblicitario «Losone ci sta a cuore» che faceva bella mostra di sé appeso al suo balcone, era e rimane una promessa da mantenere, e questo prima che arrivi un’ulteriore sberla come quella ricevuta assieme ai «propositivi» alle passate elezioni comunali.
Flavio Laffranchi, Losone
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