Ticino: un cantone messo maluccio (titolo originale)
Poggi dovrebbe comprendere il limite della sua lamentazione. Il discorso politico può essere anche questo ma non può essere solo questo.
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Dovrei forse essere entusiasta di un Cantone sempre più intasato dal traffico, praticamente a tutti gli orari del giorno? Dovrei forse essere rallegrato dal leggere documenti ufficiali, dove si piazza il Ticino all’ultimo posto in Svizzera nell’ambito della competitività? Ne prendiamo atto, ma poi … Dovrei forse fare salti di gioia (ho una figlia 22enne) nel leggere, purtroppo, di paghe da Sudamerica e licenziamenti continui?
Dovrei forse, per taluni, rallegrarmi di una classe politica che, da anni, discute di “contenimento urgente” (?) della spesa pubblica (ormai fuori controllo) ma poi s’inventa tasse e balzelli vari, ogni settimana, per non dover affrontare di punta la questione e anzi, continua con le nomine a go-go nell’amministrazione pubblica?
Dovrei forse essere contento perché per i nostri (inteso come nostri) figli non ci sono più soldi per i sussidi agli studi (?) e per i pensionati s’inventano mille cavilli per non concedere loro qualche centinaio di franchi quando, al primo che arriva da noi da chissà dove (con quale passato?), si “aprono le casse”?
Siamo diventati davvero servi in casa nostra? Ma allora questo Cantone dell’iperbole, per chi ha o avrà una pensione modesta, è proprio un paese da lasciare al più presto! Dovrei forse essere contento dell’assistenza pubblica che sta esplodendo e il tasso di disoccupazione, da sempre, fra i più alti della Svizzera? Mi fermo qui.
Per fortuna qualche buona (?) notizia ogni tanto arriva: leggo in questi giorni su di un nostro quotidiano che il Ticino è un cantone super motorizzato (urca!) con, a fine 2015, ben 321.521 veicoli immatricolati. Oltre 6.000 veicoli in più dell’anno precedente! Abbiamo più veicoli che abitanti? Scusate la mia battuta scontata ma non so davvero se ridere o piangere. Sì, siamo davvero messi male.
Cinque anni fa, il Matteo Renzi che allora mi piaceva, sul palco della Leopolda lanciava questo slogan: “I nostri politici sono andati al ristorante e ci hanno lasciato il conto da pagare”. Parlava naturalmente di spesa e debito pubblico italiano fuori controllo. Non siamo ancora come l’Italia (nazione che avrebbe delle potenzialità enormi) ma, fatte le dovute proporzioni, direi che siamo sulla “strada giusta”.
A quando l’ennesimo “tavolo di lavoro …”, l’ennesima “commissione ad hoc…”, l’ennesimo “gruppo di studio …”, l’ennesimo … Basta, non se ne può davvero più!
Donatello Poggi, Cadenazzo, già deputato in Gran Consiglio
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