Questa lettera divertente, ma diciamo pure tragicomica, è stata scritta dalla giovane parmense Chantal Fantuzzi al direttore della Gazzetta di Parma, è molto piaciuta ed è stata anche letta alla televisione.
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Le chiedo gentilmente spazio per descrivere quel che si svolge ordinariamente nel bar di Piazzale Bertozzi. Premettendo che sorge su suolo pubblico, su quella che un tempo era una piazza urbanisticamente consona alla bellezza minuta e sfarzosa di quello che fu il fiorente Ducato austriaco-francesizzante, (ahimè solo un lontano ricordo), oggi questo casermone prefabbricato di vetro e cemento viene fatto passare per “caffè letterario” quando di letterario ha ben poco, sempre che “letteraria” non si voglia definire la costante ubriachezza notturna dei suoi frequentanti, che so, magari alla bohémienne, vista l’attuale ottusa voglia di contestualizzare tutto. I fatti però stanno così: alle ore 23 i clienti fuoriescono dal bar, bazzicandovi attorno, chiamandosi tra urla e schiamazzi. Non li si può riprendere, non è ancora mezzanotte, dopotutto e poi i vigili non arriverebbero.
M. Chantal Fantuzzi
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