Vale davvero la pena di leggerlo. Di straordinario effetto è l’incipit del punto 1): “Di riffa o di raffa, il Cantone questi 18 milioni li dovrà incassare”. Perfetto! A questo punto io propongo che la spesa venga aumentata di altri 50 o 70 o 120 milioni (nulla di più facile). Dopo di che all’unisono con Paolo Camillo intoneremo a gran voce: “Di riffa o di raffa, il Cantone questi X milioni li dovrà incassare”.
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La tassa di collegamento «serve solo per fare cassetta»? Nota bene: la frase è messa volutamente fra virgolette. Come pure volutamente l’ho fatta seguire da un punto di domanda. L’affermazione è di per sè di una banalità incommensurabile: quale tassa al mondo infatti non serve per fare cassetta (ovvero per finanziare le spese dello Stato)? Certo, tasse supplementari non entusiasmano mai i cittadini che le devono (direttamente o indirettamente) pagare. Ma la vera riflessione da fare riguardo alla votazione del 5 giugno su questa tassa, non è certo quella (ripeto: banale) di dire che serve solo per fare cassetta. Le riflessioni da porsi sono a mio avviso altre; e cercherò di elencarle qui di seguito.
2) La tassa incoraggerà le misure di riduzione del traffico privato da parte delle aziende.
È innegabile – in secondo luogo – che questa tassa avrebbe una valenza di incitamento all’uso più ragionevole del mezzo di trasporto. Questo vale in primo luogo per le industrie e i loro impiegati e operai, che sarebbero indotti a prendere in considerazione l’uso dell’auto in comune fra più persone, il «car pooling» aziendale, ecc.. Il fatto stesso che, da quando è stata proposta l’introduzione della tassa di collegamento, si sia cominciato a parlare anche di tali auspicabili misure e alcuni imprenditori abbiano cominciato a proporre il car pooling aziendale, conferma la bontà e l’efficacia politica della tassa in questione.
3) La tassa serve a finanziare il potenziamento del trasporto pubblico.
In terzo luogo, questa tassa servirebbe a finanziare il potenziamento dei trasporti pubblici (potenziamento da tutti invocato al fine di alleggerire il traffico motorizzato privato sulle strade). Perciò, delle due l’una: o i contrari si oppongono al potenziamento del trasporto pubblico ( ma in tal caso lo dovrebbero dire chiaramente e dovrebbero anche dire in quale modo intendano risolvere il problema degli ingorghi di traffico insopportabili sulle strade….) oppure, se vi sono favorevoli, dovrebbero anche dire con quali mezzi alternativi essi intendano finanziarlo! È troppo facile dire sempre solo di No, senza proporre alternative credibili e soluzioni praticabili ai problemi che si riscontrano!
Chapeau invece a quei liberali-radicali e popolari-democratici, che per senso di responsabilità hanno votato la tassa in GC e continuano a sostenerla nella campagna (e nonostante la «dimissione dalla responsabilità» da parte del presidente PLR Cattaneo). Chapeau anche all’avv. Pierfelice Barchi, che con argomentazioni cristalline e pienamente sottoscrivibili ha sostenuto ripetutamente ne «La Regione » le ragioni del Sì alla tassa di collegamento! Egli dimostra di certo un maggior senso dello Stato e un senso di responsabilità, che sono diventati assai rari nella fauna di odierni saltimbanchi della politica.
4) Votare NO significa affossare gli sforzi di risanamento delle finanze cantonali.
Veniamo al tema annoso della gestione delle finanze pubbliche. Alcuni oppositori della tassa di collegamento argomentano che occorra dire di No per indurre il Governo a risparmiare di più. A giusta ragione essi evidenziano che la famosa «manovra di rientro» di 180 milioni proposta dal Consiglio di Stato è solo in minima parte composta di misure di contenimento della spesa, mentre in buona parte (direttamente o indirettamente) consta di misure che mirano ad aumenti delle entrate. Ma se essi pensano che il rigetto della tassa di collegamento porterà a una manovra più risparmista, va detto che purtroppo essi si illudono alla grande. Nel nostro faticoso sistema consociativo, dove tutte le maggiori forze politiche sono presenti nel Governo e dove l’ultima parola ce l’ha spesso il popolo che si esprime in votazioni popolari (come quella del 5 giugno appunto), è più facile far respingere una proposta del Governo che riuscire a farne adottare una migliore! Raggiungere delle convergenze fra varie forze politiche è molto laborioso, i compromessi sono spesso giocoforza insoddisfacenti, perché ovviamente per ottenere il consenso di 4 partiti di governo occorre annacquare di qua, limare di là, lasciar stare in basso e non indulgere troppo in alto…..Questa volta il Governo è riuscito a trovare una posizione compatta, sostenuta dai 5 consiglieri di Stato: un fatto piuttosto raro e in sè sicuramente positivo; ma questa posizione concorde ha ovviamente i suoi costi, nel senso che si è dovuto probabilmente rinunciare a tagli troppo incisivi per avere l’accordo del consigliere di Stato socialista, al quale si è dovuto fare peraltro qualche promessa di incremento del budget della scuola nei prossimi anni……
Personalmente avremmo auspicato e auspicheremmo una manovra di rientro più rigorosa e tale da evitare di scaricare fardelli sui prossimi esercizi finanziari e sulle prossime generazioni! Ma le forze per tale auspicabile manovra si possono trovare solo unendo trasversalmente i politici di buona volontà presenti nei diversi partiti ; se invece cominciamo a fare la guerra tra leghisti e antileghisti, a giocare di ripicca e a respingere la tassa di collegamento per «fargliela» al consigliere di Stato leghista Claudio Zali, purtroppo non si andrà lontano e non si combinerà nulla di buono!
Personalmente mi stupii molto che nemmeno dai banchi dell’UDC (rispettivamente della Destra, alias AL) venne espresso dissenso su tale generosissima manovra, che ha materializzato un favoritismo ingiustificato degli statali, in totale dispregio dei princìpii di equità e di parità di trattamento fra i cittadini contribuenti. Ma tant’è, la misura ormai è stata adottata e Pantalone pagherà per i prossimi 40 anni ! (Quindi, si noti bene: questa regalìa continua a incidere anno per anno e non è per nulla un «capitolo chiuso» dei passati bilanci !). Orbene chiediamoci: come può essere credibile chi ora grida alla «spremitura» dei cittadini contribuenti per gli ulteriori 18 milioni di franchi che essi dovranno pagare per la tassa di collegamento, se non ha fiatato per un esborso assai discutibile di ben 40 milioni annui per 40 anni?? Il bilancio statale è fatto di tante poste, ognuna delle quali va tenuta sotto controllo e verificata con rigore e acribìa. Se non lo si fa, è inutile poi venire a strombazzare slogans contro più tasse e meno spesa pubblica!
Si potrebbero fare anche altri esempi: per es. di chi chiede il contenimento della spesa, ma nei passati anni ha voluto e votato progetti faraonici di nuove scuole medie (vere e proprie «cattedrali nel deserto»), costate decine e centinaia di milioni di franchi, che naturalmente sono andati a beneficio di appalti di ditte edili amiche, più che a beneficio degli allievi, ai quali forse potevano anche andar bene delle soluzioni un po’ meno costose. Dopotutto non si ripete sempre che la scuola la dovrebbero fare i buoni docenti…..più che i metri cubi degli edifici scolastici in cemento armato?? Ogni riferimento all’ex consigliere di Stato e capo del DECS, nonché maestro nell’uso dei congiuntivi, Gabriele Gendotti, è naturalmente del tutto lecito ….
Paolo Camillo Minotti
(già granconsigliere UDC)
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