Biennale di Venezia, guardare Avanti.
Il logo è una donna su una scala, che scruta un orizzonte vasto, vuoto, ma che si presta ad essere riempito di innovazione e di creatività. “Questa immagine” ha detto il presidente della biennale Paolo Baratta “in parte si contrappone a quella che fu adottata nell’ultima Biennale Arte. Okwui Enwezor per la 56° Esposizione Internazionale d’Arte scelse come simbolo di riferimento il molto famoso Angelus Novus di Paul Klee, come interpretato da Walter Benjamin; l’angelo alato che guarda indietro, spaventato, e vede solo il passato e, nel passato, rovine e tragedie, ma anche illuminazioni che potranno essergli utili domani, nel futuro verso il quale lo spingono occulte forze provvidenziali, come un vento che soffia sulle sue ali.”
La mostra conta 62 partecipazioni nazionali, tra cui per la prima volta, Filippine, Kazakistan, Nigeria, Seychelles e Yemen. Tra gli 88 partecipanti, 33 sono under 40.
C’è l’architetto cileno Alejandro Aravena, classe ’67, che crea un neoromanico di luci, nella staticità del moderno.
Grande assente ma protagonista indiscussa, l’architetto recentemente scomparsa, Zaha Hadid, alla quale è stata dedicatala retrospettiva sulla genialità delle sue creazioni.
Così, tra innovazioni e praticità quotidiana, la sinuosità dell’architettura contemporanea, talvolta quietamente intrinseca nella vita d’ogni giorno, altre volte, invece, originalmente psichedelica, si intreccia il compendio tra staticità e dinamicità, in una continua ricerca dell’altrove, tra arte e vita comune, inconsciamente consapevoli che la vita stessa, quando creativamente pianificata, è arte.
Info: http://www.labiennale.org/it/Home.html
CF
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