Il pensiero del giorno

Brexit ci fai sognare (anche se qualcuno trema)

L’Inghilterra non è mai stata nel pensiero e nel cuore di tutti, come oggi. Ammettiamolo, questa mattina la prima parola che abbiamo digitato su Google Chrome è stata, una per tutti, “Brexit”.  Peggio di quando, quella notte del 29 febbraio scorso, Di Caprio ha vinto l’agognato oscar. Anche lì la mattina dopo c’eravamo svegliati con quell’unico pensiero. Ma questa volta è diverso, c’è un significato storico, quasi più cinematografico che la vittoria di Revenant, e ci saranno ripercussioni.  E a essere “redivivi” saranno gli Inglesi, finalmente liberi dal giogo europeo. Eppure, la ciurma di Junker, della Merkel, di Draghi e della Malmstrom non sarà clemente. Si parlava di 30 milioni di sterline che l’Inghilterra dovrà pagare. Anche gli ex schiavi, i liberti, nell’Antica Roma, compravano la propria libertà, dopotutto.

Ammettiamolo, in questa giornata non è passato un momento senza che ognuno di noi pensasse un istante ai nostri amici d’oltre manica. Una buona parte di noi non se lo aspettava, fino a ieri i sondaggi davano i Remains in vantaggio al 65% , poi invece hanno vinto i Leave, 51,9% contro il 48,1%. Chissà che sospiro di sollievo avranno tirato coloro che avevano scommesso quell’utopia realizzabile.

Cameron si  dimette, la sterlina crolla in Borsa.

Riunione straordinaria a Palazzo Chigi. Tremano anche gli arazzi.

Fiera rivendicazione di Galles e Scozia, che dicono “ora tocca a noi”. Forse che il grande stato, non storico e indotto, stia per lasciare il posto all’identità storica?

Wilders, Le Pen, Salvini,  credono nell’effetto domino.

Farage proclama l'”Indipendence Day”.

C’è da portare i sali inglesi a Renzi, che coi suoi soliti vaniloqui aveva auspicato che la Brexit fallisse (ma chissà chi lo avrà ascoltato, a parte gli italiani che sono, in qualche modo, costretti)  e a Grillo… già, che come un grillo salta e ha le dalle idee molto, molto confuse. Ieri, forse prevedendo una vittoria dei Remains, aveva dichiarato che l’Europa si cambia solo restando in essa. Oggi, invece, esulta, auspicando che anche per l’Italia si arrivi a un referendum simile. Peccato che  nella costituzione Italiana non sia ammesso indire un referendum abrogativo in materia di trattati internazionali. (Figuriamoci dopo ottobre, se mai dovesse vincere il Si renziano, che allora al referendum manco ci si arriverebbe.)

Commenta così il comportamento del M5S, il Capogruppo Lega Nord alla Camera dei deputati Massimiliano Fedriga “Coerenza 5stelle: ieri contro ‪#‎Brexit‬ oggi festeggiano… Ma vi sembrano persone serie?”

Non c’è certo serietà nei discorsi di chi non riesce a convincersi che in Inghilterra abbia vinto semplicemente il Popolo. Saviano, per esempio, paragona quel popolo al popolo del 1938 che acclamava Hitler e Mussolini. Lui se lo ricorda, dice, il 1938.  Lessicografia storica a parte, qui si tratta di un voto indetto da un governo democraticamente eletto, non di una dittatura imposta che inebriò il popolo. Gli pseudointellettuali mostrano la loro cultura fallace proprio nei paragoni astorici, che non reggono.

Il volere del popolo non è stato fermato nemmeno dall’omicidio (forse indetto) della povera Jo Cox, l’europeista paladina dei migranti, in seguito al quale i sondaggi davano in perdita i Leave. Nel distretto natio della vittima, Kirklees, ha vinto comunque il Sì. E nemmeno dalle intimidazioni, dalle minacce fiscali.

Chantal Fantuzzi

La vignetta scelta è del vignettista Alfio Krancic.

chantal

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