Non me ne vorranno i tre firmatari, ma ho l’impressione che questa mozione non sortirà che un effetto puramente declamatorio. Le intenzioni sono buone ma…
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Il preventivo 2017 presenta un disavanzo d’esercizio di 34,8 milioni, mentre il debito pubblico si assesterà attorno ai 2 miliardi di franchi. Le spese aumentano e si è ancora lontani da un equilibrio finanziario, tanto più che, nei prossimi anni, verranno a cadere diverse entrate. Le finanze pubbliche cantonali non sono ancora sanate, per migliorare il bilancio sul lungo termine è necessario intervenire con delle misure rigorose e concrete che garantiscano degli effetti duraturi: il Cantone non può permettersi di navigare a vista, sono ancora troppi gli sprechi.
Nell’Amministrazione cantonale si continua a spendere troppo e le risorse disponibili non vengono utilizzate in modo efficace. Con la presente mozione si vuole attuare, all’interno dell’ Amministrazione, un “piano di razionalizzazione” per eliminare gli sprechi e allocare meglio le risorse.
Da un lato appare urgente intervenire sul numero degli uffici pubblici: i doppioni vanno eliminati ed è necessario riconsiderarne la distribuzione sul territorio, al fine di creare un rete più snella che garantisca un servizio più efficiente.
D’altro canto è giunta l’ora di avere il coraggio di ridurre il numero di funzionari per mezzo del prepensionamento: solo in questo modo si potrà risparmiare in maniera concreta, dando al contempo spazio ai giovani. Un’Amministrazione più giovane e dinamica avrà dei costi ridotti per i cittadini e permetterebbe un’offerta di servizi migliori.
Pertanto, chiedo al Consiglio di Stato di:
1. Eliminare gli uffici pubblici in esubero che creano solo costi e burocrazia per cittadini e imprese
2. Ridurre il costoso personale dirigente con dei prepensionamenti per lasciar spazio a dipendenti giovani, attivi e più dinamici
3. Promuovere il merito tramite scatti legati alla produttività e non solo all’anzianità di servizio
4. Predisporre uno studio volto a individuare e quantificare gli edifici in esubero
5. Ridurre gli spazi occupati dall’amministrazione con l’introduzione di “open space” come nel privato
6. Mettere conseguentemente a reddito gli spazi lasciati liberi
Gianmaria Frapolli
Boris Bignasca, Paolo Pamini
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