da Opinione Liberale, per gentile concessione
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La procedura per arrivare a definire la tassa sul sacco è cominciata nel secolo scorso, quando a capo del Dipartimento del Territorio vi era ancora l’attuale sindaco del villaggio gallico. E qui, per similitudine, diremo che, vista l’inoperosità, egli probabilmente trascorreva le sue giornate a bere cervogia e ad addentar cinghiali. Senza curarsi troppo di dove finissero le ossa e le lattine, e non pensando eccessivamente a smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, ma forse più ad altre faccende.
E, allora, l’imperatore Zali, dando prova di inaudito coraggio e senso della res publica, decide che è giunto il momento di imporre pure ai gallici, così come a tutti gli altri baluardi della resistenza, una regola generale che deve applicarsi uniformemente e senza eccezioni. Ed è qui che la storia si complica, poiché l’imperatore indossa la stessa casacca del Capo Villaggio gallico e dei riottosi villici che non vogliono conformarsi alle regole. Egli viene accusato e vilipeso, ma dimostrando grande coerenza persegue imperterrito e senza tema la sua meta. Ed ecco che quei villici irosi insorgono, e vogliono distruggere il suo certosino operato.
A questo punto viene spontanea una domanda: ma chi sono in realtà i gallici dissidenti? Lugano non è un villaggio gallico: è una città che ha tentato di adeguarsi al diritto superiore, ma è stata fermata da un clan solito a diffondere paura e seminare insicurezza tra i cittadini, opponendosi finanche ai propri rappresentanti negli esecutivi. La coerenza di questo eterogeneo movimento pecca sotto tutti i punti di vista: basti pensare alla tassa di collegamento; all’aumento del moltiplicatore a Lugano. Per non dire del fatto che, mantenendo lo status quo, ogni cittadino contribuente continuerebbe a pagare i costi di smaltimento mediante le imposte che versa allo Stato: e ciò anche a pro di quegli altri cittadini che quel clan non cessa di definire “parassitari, poiché non pagano le tasse”. Non sono Gallici; non sono Romani: sono figli di Attila.
Giovanna Viscardi
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L'unico, vero villaggio gallico cittadino è il Centro Sociale Occupato Autonomo.