COMUNICATO STAMPA
PARTITO POPOLARE DEMOCRATICO
9 febbraio, libera circolazione, lavoro nero e dumping salariale: le infinite incoerenze dell’UDC! (titolo originale)
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Il contro-comunicato democristiano, qua e là, colpisce anche nel segno. Ma sulla faccenda dell’astensione appare francamente tirato per i capelli. Se la legge d’applicazione è sbagliata – a nostro avviso non solo lo è, ma costituisce un vero e proprio inganno – si deve votare contro. Anche un oregiatt bisogna che trovi il coraggio di farlo.
Radicali, socialisti, verdi, verdi liberali e BDP. Se un commentatore pigro e scansafatiche avesse poca voglia di lavorare ma si sentisse comunque in obbligo di scrivere qualcosa, potrebbe limitarsi a:
Radicali, socialisti, verdi, verdi liberali e BDP
Che compagine! Che compagnia!
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Il Gruppo PPD alle Camere federali non sosterrà venerdì mattina in votazione finale il modello di applicazione del “9 febbraio” elaborato da PLR e PS. Il PPD ha presentato un concetto che avrebbe permesso alla Svizzera di adottare misure per gestire l’immigrazione in maniera autonoma, là dove questa genera distorsioni nel mercato del lavoro. Il Parlamento non ha incomprensibilmente voluto optare per questa possibilità, nemmeno l’UDC stessa che, a voce, ha riconosciuto la bontà del progetto PPD senza poi passare all’atto poiché non interessata ad una soluzione. Il Gruppo dunque, contrario sia alla posizione UDC sia alla proposta liberal-socialista, ha deciso con convinzione per l’astensione. Questo è un atto politico forte!
Vale comunque la pena ricordare che l’UDC dopo aver dato vita in Parlamento al teatrino dell’opposizione – con una linea massimalista formalmente contraria agli accordi bilaterali votati per cinque volte dal popolo svizzero, linea che non aveva nessuna chance di imporsi – si è prontamente sgonfiata annunciando in anticipo che rinuncerà al referendum contro questa legge di applicazione del 9 febbraio.
Questa “non soluzione” – che come detto il PPD non sostiene ma che passerà comunque in Parlamento venerdì grazie al blocco di maggioranza sin d’ora assicurato da radicali, socialisti, verdi, verdi liberali e BDP – è stata costantemente definita dall’UDC come il tradimento della volontà popolare. Può darsi, ma allora risulta incomprensibile che i muscolosi difensori del 9 febbraio rinuncino così alla leggera a chiedere che il popolo si pronunci!
Questa non è l’UDC che conosciamo! Aspettiamo dunque con trepidazione la fiera reazione di Piero Marchesi e Marco Chiesa, come attendiamo che l’UDC sostenga finalmente le misure contro il dumping salariale e il lavoro nero che da anni blocca in Parlamento insieme al PLR.
Il Paese intero infine attende con impazienza da tre anni che l’UDC lanci finalmente l’iniziativa popolare che ha promesso, per la disdetta dell’Accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone. Questa iniziativa permetterebbe finalmente agli Svizzeri di dire con chiarezza cosa vogliono. Ma anche su questo fronte, tra il dire ed il fare per l’UDC c’è di mezzo molto mare. Meglio sparare nel mucchio, aizzare le folle e poi non agire!
Partito popolare democratico
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