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Superficialità e sciatteria in Parlamento – di Franco Celio

gran-consiglio-704x400gran-consiglio-704x400da Opinione Liberale, per gentile concessione

Sono uno dei deputati presenti in Gran Consiglio da più tempo. Per questo ritengo di poter dire che l’ultima sessione dell’anno è stata assolutamente indecorosa, come mai in precedenza. Anche a prescindere dall’esito… “a coda di pesce” del dibattito sui Preventivi, vi sono statI almeno altri due fattori che hanno danneggiato gravemente la credibilità dell’istituzione presso i cittadini. Lo dico in base a numerosi riscontri. Il primo è stato la sceneggiata dei Babbi Natale (o San Nicolao che fossero): due deputati usciti dall’aula al momento del voto su una legge importante per… assumere questo ruolo!

celio-homecelio-homeIl secondo è stato il comportamento del presidente, che credendo di fare lo spiritoso si è permesso espressioni assolutamente non consone alla carica (“dò la parola al collega XY, che la sa lunga…”, “ti consento di intervenire per grazia ricevuta, perché da piccolo anche tu andavi in chiesa…”). Non parliamo poi dei deputati ripresi dalla tv mentre stavano mangiando o bevendo ai loro seggi…Notasi, tra parentesi, l’uso presidenziale del “tu” (o peggio ancora, da parte di qualche deputato/a, il malvezzo di rivolgersi ai colleghi usando il nome proprio!). Questo va bene in ambito colloquiale o incontrandosi nei corridoi; al limite nelle sedute commissionali. In seduta pubblica è invece assolutamente fuori posto.

In Parlamento, infatti, un deputato non rappresenta se stesso, ma i cittadini! Il Gran Consiglio, fino a prova del contrario, non è un sodalizio tra “soci della birra”! Un minimo di formalità è quindi indispensabile. Se anni fa è stato abolito il titolo ampolloso di onorevole, questo non giustifica ancora l’assurda sciatteria dell’assenza di qualunque titolo (“iniziativa DI Alex Farinelli”, “mozione Di Bixio Caprara”, ecc.) che imperversa oggi. Questa è maleducazione pura e semplice! Per un minimo di correttezza formale, al nome occorrerebbe infatti premettere la qualifica di “deputato”, “consigliere” o simili.

Sia come sia, per ripristinare un minimo di serietà sarebbe dunque indispensabile una decisa sterzata da parte di tutti. Altrimenti il qualunquismo e il disprezzo per le istituzioni non potrà che dilagare ulteriormente.

Franco Celio

Relatore

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