Il PPD proporrà al Gran Consiglio ticinese (nel giorno di San Valentino) di lanciare un referendum cantonale contro la Legge d’applicazione dell’articolo costituzionale 121 a, approvata dalle Camere federali lo scorso dicembre. I Cantoni richiedenti dovranno essere almeno 8 e il termine utile per l’operazione resta fissato al 7 aprile.
Non c’è stata – a credere ai giornali – una sola reazione positiva (anche se non ci permettiamo di insinuare che il neo-presidente abbia iniziato il suo importante mandato con un colpo di testa). Come farà questa cosa a trovare una maggioranza a Palazzo delle Orsoline, lo sa il Cielo. In ogni caso la conferenza stampa è andata liscia e i giornalisti si sono mantenuti cortesi e tranquilli.
Il punto di partenza del Dadò-pensiero
È espresso da questa frase: «Quella decisione non rispetta minimamente la volontà popolare espressa in maniera inequivocabile tre anni fa dal 50,3% del popolo svizzero, grazie al massiccio e decisivo appoggio del 68,2% dei ticinesi che si sono recati alle urne».
E questo è vero e sacrosanto, chi mai oserebbe dargli torto? Quello che Dadò non dice (ma forse non ci ha pensato) è che il PPD (federale) avrebbe potuto sventare e bloccare questo obbrobrio. NON lo ha fatto, dando all’UDC Ticino la ghiotta occasione di scrivere “Faceva il palo mentre i ladri rubavano in casa”.
Quel meraviglioso, sublime, orgasmico 68,2 %
Il PPD Ticino con la sua improvvisa azione – che secondo me è votata al disastro – mira ad appropriarsi idealmente di quel travolgente 68,2 % di SÌ ticinesi, che il 9 febbraio 2014 ha avuto un ruolo decisivo sul piano del voto nazionale. In quel 68,2 % non ci sono solo voti leghisti o democentristi; ci sono molti voti azzurri, e persino liberali-radicali: per la sfacciata fortuna di Farinelli non si potranno mai contare con esattezza…)
Portare gli Svizzeri, e soprattutto il 68,2 ticinese al voto, affinché si possa trionfalmente proclamare: “È il PPD che fa votare il popolo! Che gli permette di esprimere il suo vero pensiero!” Adesso che i giochi sono – tristemente e non pulitamente – fatti, adesso che la Costituzione è stata – se proprio non si vuol dire violata perché fa pensare allo stupro – indegnamente raggirata, adesso arrivano loro.
Ci sono voti azzurri in quel pentolone del 68,2 % ? Quei succosi, orgasmici 86.000 e passa voti? Ma sì, neopresidente Dadò, ci sono, ci sono NONOSTANTE IL PARTITO. Posso domandarti qual è stata in questi anni la linea politica di Lombardi e Romano (non ho neanche la forza di nominare Darbellay)?
Se la tua mossa avrà successo – non sperarci, Fiorenzo, non sperarci – ti sarai appropriato del cuore e del voto di quegli 86.000 Ticinesi; saranno tutti idealmente tuoi, avrai conquistato la maggioranza relativa!
Loro parleranno, grazie a te e grazie a Stojanovic, e diranno (probabilmente): “Il Parlamento, e il PPD, ci hanno fregati”.
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Ahimè, PPD, ahimè!