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Il lupo non teme più l’uomo. Che cosa intende fare il Cantone? – Franco Celio e conf.

INTERROGAZIONE

I mezzi d’informazione hanno diffuso ieri la notizia che nel Canton Grigioni, più precisamente nella regione della Surselva, contigua al nostro Cantone, un lupo ha aggredito delle pecore perfino all’interno di una stalla, dimostrando così di non avere nessuna paura dell’uomo. La notizia sembra confermarne un’altra di qualche giorno fa, secondo cui nel Canton Friborgo, più precisamente nelle località di Bulle e di Broc, dove uno o più altri lupi si sarebbero avvicinati agli abitati stessi.

Di fronte a queste notizie sorgono inevitabilmente le seguenti domande:

1. Quale fondamento ha ancora la credenza, finora largamente propagata anche dai “responsabili” cantonali del settore caccia e pesca – che amano spacciarla per verità scientifica – secondo cui il lupo sarebbe un animale “timido”, che non rappresenterebbe nessuna minaccia per l’uomo? Di fronte ai casi citati, non sarebbe il caso di rivedere la teoria menzionata?

2. A detta di esperti, la maggior parte dei “lupi” in circolazione non sarebbero di razza pura, ma frutto di incroci successivi tra lupi vari e propri e cani inselvatichiti. Di conseguenza, in questi esemplari ibridi, l’asserita paura ancestrale nei confronti dell’uomo sarebbe, se non scomparsa, perlomeno molto attenuata.

Il nostro Cantone intende trarre qualche conseguenza da questa nuova realtà, o preferisce aspettare che l’aggressività di questi animali nei confronti delle persone si manifesti, con esiti magari letali?

3. Il capo dell’Ufficio caccia e pesca del Canton Grigioni, Georg Brosi,ha dichiarato che di fronte alla nuova situazione, i Cantoni dovrebbero fare maggiormente uso degli “spazi di manovra” consentiti dalla legislazione federale. Con il presente atto parlamentare, chiediamo pertanto al Consiglio di Stato:

a) Quali sono questi “spazi di manovra”?

b) Il nostro Cantone ne fa uso?

c) Se sì, in che modo, concretamente? Se no, perché?

Franco Celio
Gianrico Corti
Giorgio Galusero
Germano Mattei
Andrea Zanini

Relatore

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