L’ex terrorista rosso Maurizio Rotaris invitato (di nuovo) negli studi di Comano
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Mi permetto di proporre all’attenzione dei miei lettori questo articolo di Lorenzo Quadri, che mi sembra ampiamente condivisibile.
Premetto che la mia “fruizione” dei programmi della TV di Stato non supera i 10 minuti al mese. Ma la pago tutta. La mossa della RSI appare a me, come a molti altri, una stupida provocazione. Che cosa vogliono dimostrare, i signori di Comano? Che li amano? Che li hanno amati allora e i amano ancor oggi? Un mio vecchio (e tuttora vivo, ad multos annos!) amico soleva dire: “È il richiamo della foresta!”
Come spararsi in un piede. Ho apprezzato il sanguigno Regazzi… e persino il Gigio. Anche gli Azzurri, talvolta, hanno del buono.
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Iniziative simili da parte della Tv di Stato sono, semplicemente, delle provocazioni. E anche poco intelligenti. Non basta che la RSI abusi del mandato di servizio pubblico approfittando di ogni spiraglio per fare propaganda pro-UE, pro-frontiere spalancate, pro-finti rifugiati e naturalmente contro gli odiati ‘populisti’. Addirittura, e questa è di una decina di giorni fa, un giornalista RSI ha pubblicato, firmandosi come tale, su LaRegione, un editoriale grondante stizza uterina contro il presidente USA Donald Trump: è chiaro che all’emittente, politicamente schierata e militante, va bene così. Vorrei proprio vedere cosa sarebbe successo se un giornalista RSI avesse scritto, firmandosi come ‘giornalista RSI’, un articolo sul Mattino a sostegno, che so, di Marine LePen: il colpevole sarebbe stato crocefisso nel ristorante centro Tv? Impalato sul baffo di una delle antenne paraboliche collocate dietro lo stabile di Comano? Trasformato in crocchette per il Gatto Arturo? E l’azienda non sarebbe immediatamente corsa a distanziarsi da un’iniziativa così deprecabile, al limite del criminoso?
Ma evidentemente a qualcuno non basta che la RSI sia schierata, motivo per il quale è stata bocciata dal popolo nella votazione del giugno 2015 sul canone obbligatorio. Bisogna anche rincarare la dose, ed invitare (per ben due volte!) in studio l’ex terrorista Rotaris. Il che equivale a rilasciargli un diploma di credibilità mediatica, con sopra il timbro dell’emittente pubblica.
Qual è il disegno? Vedere fino a che punto si può tirare la corda? Dimostrare al popolino (quello becero, quello che vota sbagliato) che qui ‘comandiamo noi di sinistra e con i soldi del canone facciamo quel che più ci aggrada perché siamo liberi’?
E’ un atteggiamento sensato da parte di un’azienda pubblica, oltretutto nell’avvicinarsi della votazione sull’iniziativa No Billag? Ma i vertici di Comano ci tengono proprio a farsi nuovamente bocciare dagli elettori ticinesi?
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