da Opinione Liberale, per gentile concessione
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Intendiamoci bene. Questo sferzante articolo passerà sopra di loro come l’acqua sul sasso. Loro sono “nel giusto”, i terroristi sono “redenti”, i critici sono “fascisti”.
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Incombe l’iniziativa «No Billag» per l’abolizione dell’odiato canone radiotelevisivo e a Comano fanno di tutto per spianarle la strada. La dirigenza della RSI è ormai da qualche tempo in pieno marasma. Sempre più narcolettico il palinsesto, pochi i documentari e lungometraggi guardabili, onnipresenti e implacabili le serie televisive americane, ormai tutte uguali e destinate ad allievi di patologia e medicina forense al terzo anno anziché a persone normali che la sera vorrebbero distendersi con Sordi o Verdone e magari, ogni tanto, con un bel film del neorealismo italiano o anche della nouvelle vague francese. Ma su questo transeamus. Gli è che scivoloni e faziosità nell’ambito dell’informazione e dell’intrattenimento si sprecano. L’ultima perla – ma solo in ordine di tempo – di cui ci ha fatto omaggio l’ammiraglia del servizio pubblico è stata l’intervista all’ex terrorista di Prima Linea Maurizio Rotaris, lo scorso 14 febbraio nell’ambito della trasmissione «II gioco del mondo», durante l’ora di cena (non alle due di notte). Inesorabili e legittime, non si sono fatte attendere le reazioni sconcertate. Sono riusciti ad adirare anche il pacioso presidente della CORSI, il che è tutto dire. Vien da chiedersi se a Comano siano vittime di un’insana propensione al masochismo. Lascia infatti allibiti che proprio a pochi giorni dal dibattito parlamentare sul servizio pubblico della SSR si riesca a dar prova di cotanta mancanza di accortezza nella scelta degli invitati ad una delle trasmissioni più seguite (una delle poche). E preoccupa il fatto che l’Ente è recidivo, non essendo la prima volta che incappa in una simile gaffe sesquipedale. Addirittura con lo stesso ospite: come se non circolassero altri volontari esemplari che si occupano dei bisognosi per sincero slancio solidale e non per necessità di rifarsi una verginità (non si poteva invitare, per esempio, il coordinatore del gruppo di ticinesi recatosi ad aiutare i terremotati in Abruzzo durante le ferie natalizie?). Che poi un ex animatore della RSI, prima cacciato senza tanti complimenti per indagini inappropriate sulla rete e poi rientrato all’ovile di Comano dopo aver imperversato per qualche anno nella politica ticinese, si sia erto a difensore d’ufficio del suo datore di lavoro rende il tutto ancora più comico. Per non dire penoso.
Simplicius
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