Gli ambasciatori francesi, italiani, inglesi e americani hanno espresso la loro forte preoccupazione chiedendo la fine immediata della violenza e delle ostilità, dichiarando: “Le infrastrutture, la produzione e i guadagni appartengono al popolo libico e devono rimanere sotto il controllo della Noc” l’ente nazionale petrolifero libico.
Nel frattempo gli americani hanno individuato un aereo da trasporto russo e un drone russo in una base aerea in Egitto, nelle vicinanze del confine con la Libia. Come riferito da ANSA: “Non è chiaro se le dotazioni e il personale appartengano all’esercito russo o siano legati a contractor, ma secondo le fonti della tv statunitense si tratterebbe di una ulteriore conferma che Mosca sta interferendo in Libia”.
Il portavoce del presidente russo Putin, Dmitri Peskov ha replicato: “Non abbiamo informazioni al riguardo” e le autorità libanesi hanno smentito la presenza dei russi sul loro territorio.
In un approfondimento sulla questione, il Sole 24 Ore scrive: “Resta tuttavia un precedente, su cui c’è ancora molto da capire; decine di contractors russi avrebbero operato in Libia almeno fino a febbraio. Lo aveva dichiarato a Reuters Oleg Krinitsyn, titolare della compagnia privata russa RSB-group. Secondo Krinitsyn i suoi uomini sarebbero stati impiegati in un’opera di sminamento di un impianto industriale vicino alla città di Bengasi, in un’area liberata dalla presenza delle brigate islamiste dalle forze di fedeli al governo di Tobruk”.
A sostenere la tesi delle fonti USA, le forze di sicurezza egiziane che hanno parlato di 22 russi presenti sul territorio ma si sono rifiutati di fornire ulteriori dettagli sulla loro missione.
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