Con una conferenza del Prof. Vittorio Robiati Bendaud
L’Amicizia Ebraico Cristiana di Lugano continua la narrazione e l’approfondimento delle principali feste ebraiche. Dopo Pesach, Sukkot e Kippur, è stata la volta di Purim.
La si festeggia il 14mo giorno del mese di Adar del calendario ebraico che quest’anno ha coinciso con il 13 marzo. Si ricorda la vicenda della regina Ester e suo cugino Mordacheo che sventarono il piano di Amàn, consigliere del re persiano Assuero, di uccidere tutti gli ebrei dell’ impero.
Forse è bene ricordare che la Meghillat di Ester è una delle cinque Meghillot che vengono lette in occasione di altrettante feste ebraiche. Queste sono:
Purim è festa gioiosa, sì, ma fino a un certo punto. È la storia di una salvezza, ma il Libro di Esther preannuncia il primo e archetipico genocidio del popolo ebraico.
Chi sono i personaggi di questa vicenda? Mardocheo, un giudeo che prestava servizio alla corte del re e che abitava nella città di Susa, in Persia dove gli ebrei erano esuli. Assuero, il re, senza carattere, debole e inetto. Aman, il potente “cattivo” e invidioso. Vashti, la regina ripudiata da Assuero. Ester, la bella figlia adottiva di Mardocheo, scelta da Assuero come nuova regina.
Aman era invidioso di Mardocheo, che era in confidenza col re, e voleva distruggere lui e il suo popolo. “Vi è un popolo segregato e anche disseminato fra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo e che non osserva le leggi del re; non conviene quindi che il re lo tolleri.” Ecco, in queste parole del libro di Esther sta la premessa di quel fenomeno che noi ben conosciamo: l’antisemitismo. Gli ebrei erano una minoranza, minima, ma ubiqua, presente in tutto il regno, che andava dall’India all’Etiopia, ma con leggi, religione e tradizioni diverse, quindi temibile, inquietante. Non è così ancora oggi? Dice ancora il libro: “Amàn vide che Mardocheo non si prostrava davanti al re e ne fu pieno d’ira; …e si propose di distruggere il popolo di Mardocheo, tutti i Giudei che si trovavano in tutto il regno d’Assuero.” Altro punto importantissimo: la colpa del singolo diventa colpa collettiva. Terribile.
Non c’è in questa storia un intervento diretto di Dio, solo la loro preghiera, il loro impegno, il loro ingegno. Dio è nascosto. Noi diremmo “aiutati che Dio ti aiuta”. Questa è un’altra grande lezione del libro di Ester: la partecipazione dell’uomo al farsi del proprio destino. Le figure di Ester e Mardocheo possono a volte essere considerate ambigue. Ma come, si pensa, erano giudei in esilio eppure vivevano a corte, erano importanti, Ester era addirittura stata scelta come nuova regina. Questo è proprio un altro aspetto importante di questa vicenda, ancora attuale. Cominciamo dai loro nomi: Mardocheo è nome persiano, la sua radice è la stessa di Marduk, dio persiano; Ester significa stella, anch’essa parola persiana. Ciò significa che gli ebrei, in diaspora, convivevano con gli altri abitanti del regno, pur mantenendo le loro tradizioni.
C’è questo tema del doppio, che agli occhi di molti può avere un risvolto negativo. Ma il registro della vita è spesso doppio. Lo sanno bene i molti emigrati, che hanno doppia nazionalità, parlano due lingue, appartengono a due culture, rispettano le leggi di due paesi. Come ben sappiamo in questi tempi di crisi spesso si avvertono tensioni. L’identità diventa un problema.
Parola abusata Identità. L’identità si basa sulle differenze. La carta d’identità è la carta delle differenze o per lo meno dell’individualità. Ogni dato sulla carta d’identità serve a differenziarci da chiunque altro. Aman, il malvagio, vuole punire, eliminare le differenze, i diversi.
Continua il prof. Bendaud, in questa disamina della vicenda di Ester, a trovare analogie con la Shoah. Dice Aman: eliminate donne e infanti! Ecco, come nella Shoah, gli ebrei hanno la colpa di essere nati.. Trova differenze con altri pur terribili genocidi, da quello degli Herero in Namibia, perpetrato dalla Germania guglielmina, a quello degli armeni in Turchia, a quello degli ucraini, tutti con esiti tragici. Analogamente alla Shoah qui c’è una situazione di crisi, un vuoto di potere, un odio razziale, un personaggio ambizioso astuto e malvagio, una minoranza temuta e invidiata, ma soprattutto interconnessa e ubiqua.
La vicenda di Esther è tuttavia una storia edificante e ci sarà il lieto fine. Il cattivo pagherà per la sua malvagità. C’è collaborazione fra il Dio nascosto e i due giudei. L’eroina femminile Ester osa e riesce a salvare il suo popolo e l’archetipo dell’antisemitismo si scioglie.
Questo è l’insegnamento: a ciascuno di noi e dato di influire sul reale nei limiti delle sue possibilità. La nostra libertà è salva perché noi non siamo soggetti passivi.
Cristina Cattaneo
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