74 vittime, di cui almeno 20 bambini, sarebbero le spaventose cifre riguardanti il numero delle vittime nel villaggio di Khan Shaykhun, nella provincia siriana di Idlib, una strage perpetrata con gas tossici su un centro in mano all’Isis.
Il Cremlino porta avanti la propria tesi: sostiene di aver attaccato un deposito di armi chimiche, che era in mano ai miliziani dell’Isis.
Il Consiglio delle Nazioni Unite, tuttavia – al vertice Usa, Francia e Regno Unito – non ha esitato a chiedere la condanna per il raid del governo Assad, il quale – sostenuto dal Cremlino – sostiene però di aver agito per difendere Damasco.
Erdogan nel frattempo non ha perso tempo a chiamare Putin preannunciando il blocco di ogni negoziato con la Russia.
“Colpa dell’amministrazione Obama” ha dichiarato il presidente Trump, riconoscendo nell’attuale polveriera la mano della precedente egemonia americana.
Nel frattempo il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato in modo molto netto l’azione: quell’atto chimico è un crimine di guerra” ha detto, seguendo la definizione usata anche dalla Cancellera Angela Merkel, che ha esortato “la Russia e l’Iran a mettere fine al fuoco in Siria.”
il Pontefice si è detto “inorridito”; l’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini ha detto che “tutti vogliamo la pace.”
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