Alle 14 :53 di venerdì 7 aprile in Svezia un attentatore alla guida di un camion ha invaso la via pedonale Drottninggatan, Stoccolma. A due giorni dalle indagini molte sono le novità relative all’attacco terroristico che ha seminato 12 vittime, fra le quali 9 gravi, e 4 morti.
Dopo un lungo silenzio la polizia ha confermato l’arresto dell’autore dell’attentato. Si tratta di un uzbeko di 39 anni. Insospettabile padre di 4 figli, ex muratore poco interessato alla politica o alla religione a quanto riferiscono i conoscenti. Il suo “covo” si trovava nel tranquillo sobborgo di Vårberg dove nessuno aveva mai sospettato che l’uomo potesse essere diventato un killer estremista. Infatti nemmeno l’intelligence di Stoccolma l’aveva legato agli ambienti estremisti, pur avendolo notato e catalogato come “figura marginale”.
Non si sa nulla di un eventuale complice ma il profilo dei terroristi di Stoccolma somiglia molto a quello di altri attentatori che hanno seminato il terrore a Nizza e Berlino con gli stessi mezzi. “Sono i terroristi low-tech” ha spiegato Hans Brun, esperto di antiterrorismo “i più difficili da intercettare. I loro attacchi sono quasi sempre imprevedibili. Non comunicano con mezzi tecnologici, se non con telefoni, hanno pochi fondi e poche risorse, scarsa pianificazione e una rete di complici che interviene soprattutto nelle fasi post attentato”. Tuttavia sono state arrestate altre 6 persone, tutte uzbeke il chè fa sospettare alla polizia svedese la presenza di una rete uzbeka ben radicata.
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