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Siria. Chi è responsabile dell’attacco chimico nella provincia di Idlib?

dal portale www.blognews24ore.com

Interrogato dal canale Sky News sugli ultimi eventi in Siria, l’ex ambasciatore britannico in Siria, Peter Ford, sostiene che né Mosca né Damasco possono essere responsabili dell’attacco chimico nella provincia di Idlib, in quanto non ne avrebbero nessun profitto.

“Chiaramente non è il regime siriano, né la Russia, che trarrebbero beneficio da questo attacco e considero improbabile l’ipotesi che uno o l’altra siano coinvolti” – ha spiegato Ford in un’intervista su Sky News.

“Esistono diversi possibili scenari. Potrebbe trattarsi di un’operazione di intox o di fake news” secondo Ford. Sempre secondo lui, immagini e video e altre informazioni potrebbero provenire da fonti dell’opposizione e non da giornalisti indipendenti e credibili.

Le immagini mostrano probabilmente “un bombardamento che avrebbe colpito un deposito djihadista di armi chimiche”. E’ risaputo che i djihadisti avevano ammassato armi chimiche nelle scuole di Aleppo-Est, armi poi individuate da giornalisti occidentali.

Per confermare le sue opinioni, Peter Ford ha ricordato che all’epoca circolavano informazioni su un “olocausto” e su “massacri” che si stavano svolgendo a Aleppo. I giornalisti indipendenti non hanno trovato alcuna prova di massacri. Diverse foto che venivano fatte circolare al riguardo si sono rivelate false. Ciò malgrado, malgrado gli errori già commessi in Irak e in Libia, lo spirito è di intervenire militarmente anche in Siria, riproducendo gli stessi scenari.

A seguito dell’attacco chimico di martedì scorso a Khan Cheikhoun, che gli occidentali hanno attribuito alle forze siriane, il presidente americano Donald Trump ha ordinato un attacco mirato contro la base aerea siriana di Shayrat. Venerdì scorso, 59 missili Tomahawk sono stati lanciati dalle navi da guerra americane USS Porter e USS Ross, uccidendo una ventina di persone, tra militari e civili e causando importanti distruzioni.

Il presidente russo Vladimir Putin ha qualificato l’attacco americano un atto di aggressione contro uno Stato sovrano, in violazione del diritto internazionale e condotto con un falso pretesto.

Relatore

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