Interpellanza al Consiglio federale
Gli organi d’informazione hanno riportato la notizia che i vertici dell’esercito starebbero valutando, o quanto meno non escluderebbero, la creazione della figura dell’imam militare, da affiancare ai cappellani cattolici e protestanti. Con l’ulteriore condizione che l’imam sia a disposizione anche di militi di altra fede religiosa.
Chi scrive non nasconde la propria totale contrarietà alla creazione dell’imam militare. Infatti, pressoché nulla si sa sui predicatori musulmani attivi in Svizzera: non si sa quanti sono, da chi vengono finanziati (soldi provenienti dall’estero per diffondere il radicalismo nel nostro paese?) né cosa predicano. A ciò si aggiunge che il Consiglio federale, nella sua presa di posizione sulla mozione 16.3330, rifiuta di aderire alle proposte in essa contenute: ossia emettere un divieto di finanziamenti esteri per luoghi di culto islamici ed imporre un obbligo di trasparenza sulla provenienza dei fondi a loro disposizione.
E’ manifesto che l’istituzione dell’imam militare costruirebbe una tappa nel processo d’islamizzazione della Svizzera con la tattica del salame. Il presidente della Lega dei musulmani Ticino, ad esempio, ha di recente dichiarato in un’intervista che l’imam militare sarebbe un passo nella direzione del riconoscimento dell’islam come religione ufficiale in Svizzera (altra ipotesi cui lo scrivente è totalmente contrario).
Chiedo al lod. Consiglio federale:
Lorenzo Quadri, consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi
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