Prosegue a Ginevra il nuovo processo contro Fabrice A., accusato di omicidio della socioterapeuta 34enne Adeline nel settembre del 2013. Già condannato per violenza carnale in Svizzera e in Francia, nel 2012 aveva ottenuto il permesso di essere integrato in un centro socioterapeutico elvetico, dove lavorava la vittima. Fabrice A. aveva legato all’albero e sgozzato la giovane donna prima di fuggire con il suo denaro in Polonia, presumibilmente con lo scopo di vendicarsi di una ex compagna residente lì.
Interrogato dal procuratore generale Oliver Jornot, l’imputato ha continuato a negare la premeditazione e ha insistito su una presunta “pulsione di morte” che l’ha spinto all’atto. Ha dichiarato che nel momento in cui tagliava la gola alla donna non provava empatia e non ascoltava quello che lei gli stava dicendo in quanto totalmente concentrato sulla fuga.
Dopo il primo processo iniziato l’ottobre scorso, l’imputato aveva fatto ricorso. La Corte aveva ordinato una terza perizia psichiatrica dopo una seconda particolarmente favorevole all’imputato. Il Tribunale aveva dunque dato l’impressione di voler accantonare la perizia che avrebbe potuto impedire l’internamento a vita dell’assassino e per questo il processo era stato interrotto.
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Condannato a cinque anni per violenza carnale nel 2001, lo stesso anno (!) violenta un'altra donna mentre è in libertà vigilata, condannato a 15 anni ottiene di poter scontare la pena in Svizzera.
E da chi lo fai accompagnare al corso di ippoterapia (pagato a spese dei contribuenti) un tipo del genere?
Da una giovane donna.
Complimenti.