Focus

Dedicato ai “buonisti”, che sono poi poveri illusi – di Franco Cavallero

Questo hanno scritto in un comune italiano chiamato Pontoglio

Un paio di mesi fa, sul “Giornale” fondato una quarantina di anni fa da Indro Montanelli, è apparso il seguente scritto:

“Lo Stato islamico ha così distrutto le statue del Museo di Mosul perché testimoniano uno stato precedente all’islam o diverso dall’islam. Gli islamisti, arrivati in Italia, distruggerebbero San Pietro; in Francia raderebbero al suolo la cattedrale di Chartres”. Rémi Brague, filosofo francese cattolico, in un’intervista al Foglio, lo dice chiaramente: l’islam odia tutto ciò che non è islam.

Secondo Brague l’Europa collasserà con un “suicidio, in cui la vittima si abbandona al flusso di sangue in un bagno caldo. Non molte persone se ne accorgerebbero. E il relitto potrebbe essere accolto con gioia dai passeggeri stessi”. Ma anche il cristianesimo in Europa è a rischio. “Tutto dipenderà dai cristiani stessi”, spiega il filosofo francese secondo cui essi “sono compiaciuti troppo facilmente del loro status di minoranza; accettano troppo facilmente di essere discreti”. Brague attacca i media “che preferiscono opporsi al cristianesimo o ridicolizzarlo” dando spazio a “ ‘religioni’ che sono intrinsecamente violente”. “Dovremmo allora chiederci – prosegue il filosofo – non solo se il cristianesimo abbia un futuro in Europa, ma se l’Europa possa avere un futuro senza cristianesimo. Senza di esso, ovviamente, la geografia non cambierà, ci sarebbe ancora una regione al mondo da chiamare ‘Europa’. Ma sarà anche europea?”.

I buonisti, ossia coloro che tendono a ritenere questa problematica indifferente e ad annegarla in altre considerazioni privilegiate un giorno sì e l’altro pure, dovrebbero almeno dedicare UN MINUTO AL GIORNO (non molto ma ampiamente sufficiente) alla storia europea, che non comincia dalle aperture di oggi, e nemmeno dalle chiusure, ma dalla pietà cristiana espressa in venti secoli di cristianesimo, pietà fiorita nei conventi, nei luoghi di accoglienza dei poveri, quelli veri, e trasmessa grazie agli esempi, alla parola orale e scritta, non attraverso fantasie da proclamare oggi e magari rinnegare domani.

Lo hanno capito in un comune italiano chiamato Pontoglio».

Franco Cavallero

Relatore

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