“L’11 settembre? Una data terribile. Abbiamo perso … 19 dei nostri migliori uomini”. Tranquilli. E’ l’unica frase dissacrante del film, una dolce commedia americana, nella quale l’elemento drammatico fa temere il peggio allo spettaore. A parlare è il protagonista Kumail, ironico nei confronti della sua stessa religione, che, con il suo moderno laicismo e la sua forza di volontà a volersi integrare nel sogno americano (dice ai propri genitori: se mi volevate mussulmano, perchè allora non siamo rimasti in Pakistan?) non dimentica tuttavia le proprie origini e conquista la simpatica Emily scrivendole il suo nome in “uru”.
I genitori di lui non vogliono che sposi un’occidentale. I genitori di lei lo incontrano quando la loro figlia finisce in coma. Dapprima diffidenti, poi riconoscenti, per quel ponte d’amore che supera i confini, il dolore e porta all’utopica speranza della convivenza che ancora a fatica l’umanità persegue.
CF
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