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Alla frenetica caccia di una testa – Il caso Argo 1 tra Pontiggia e Caratti

Il Pensiero del giorno spetta di diritto al direttore del Corriere Fabio Pontiggia, che nell’editoriale odierno dal titolo “Il caso Argo 1 e la macchina del fango” scrive:

“Sull’attribuzione del mandato alla ditta in cui ne son successe di tutti i colori la nostra idea è questa: è stato, all’inizio, un atto di superficialità dovuto molto probabilmente alla volontà di affrontare l’emergenza profughi con una soluzione rapida a costi contenuti. Una decisione non conforme alla legge, presa alla leggera dal consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, che aveva firmato il primo mandato di 400 mila franchi alla Argo 1 senza coinvolgere il Governo, come invece avrebbe dovuto fare. Niente di più e niente di meno.

A prescindere dalle simpatie e antipatie politiche che ciascuno di noi può nutrire, questa leggerezza non costituisce, nemmeno lontanamente, una manchevolezza tale da giustificare le richieste di parziale esautorazione del consigliere di Stato e men che meno di dimissioni dalla carica. Eppure è evidente che l’obiettivo della campagna in atto sia proprio questo. Il senso delle proporzioni è smarrito perché il fine non è solo o tanto fare chiarezza (il che è pienamente legittimo e anzi doveroso), ma anche e soprattutto fare fuori un politico (e questo non è legittimo, perché il giudizio e la scelta in merito spettano solo e soltanto ai cittadini).”

* * *

È più o meno (meglio: quasi esattamente) ciò che avrei scritto io. Ma, visto che lo fa il direttore del CdT… lascio che lo faccia lui, il suo parere ha indubbiamente più peso.

La sbandierata “ricerca della verità” (Quid est veritas? esclamò Pilato) appare sempre più un pretesto, e notevolmente ipocrita. È chiaro che Caratti & Company vogliono una cosa e una cosa soltanto: la testa del ministro Beltraminelli. 

Ricordate le parole del duca di Gloucester, Lord protettore, sul punto di diventare – con vile usurpazione che si volgerà in omicidio – Riccardo III re d’Inghilterra? Egli ordina la decapitazione del ciambellano Hastings con queste parole:

Alessandro Gassmann al Piccolo teatro Strehler di Milano

Se!
Hai il coraggio di dire se
Tu
maledetto protettore di quell’ignobile puttana
Hai ancora il coraggio di prendere le sue parti
Traditore maledetto
(rivolgendosi agli astanti tutti)
Voglio la sua testa
e per san Paolo giuro che digiunerò
finché il mio ordine non sarà eseguito.

Relatore

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