Mercoledì scorso a Bellinzona nella sala patriziale
Arrivati in ritardo non c’era neppure un posto a sedere. Le persone di mezza età non dovrebbero partecipare alle conferenze stampa. Difatti i giornali ci mandano giovanotti e ragazze, più resistenti.
La Capitale neo-aggregata ha una viabilità (da noi valutata) disastrosa, è tutto sottosopra con lavori in corso e casotto. Anche lasciare la Turrita è stato un calvario.
Riportiamo integralmente il comunicato stampa. Esso contiene la solita serie di esagerazioni pacchiane, formulate con abile terrorismo psicologico, ma non dice una sola parola sull’unico punto realmente importante:
se la RadioTV di monopolio dia al pubblico un’informazione equilibrata, imparziale, leale, non impegnata a diffondere il pensiero politicamente corretto del governo federale.
I casi sono soltanto due:
Decidete voi.
* * *
Ad aprire la conferenza Mario Branda: “La nostra radioTV è un elemento centrale della nostra vita. Un argomento che mi sta a cuore, è che la radioTV è un servizio pubblico importante, un servizio di informazione che si rivolge in 4 lingue alla popolazione svizzera. E non è un argomento scontato, se pensiamo che in alcuni Cantoni viene proposto di non insegnare più una seconda lingua nazionale. Quello offerto dalle nostre radioTV è un servizio importante per la nostra coesione nazionale, volto allo sviluppo culturale, al mantenimento della tradizione, all’intrattenimento, all’informazione e rappresenta un veicolo di affermazione della nostra identità nazionale; inoltre contribuisce a fare in modo che l’utente possa farsi una propria opinione, garantendo così un sistema democratico.
L’iniziativa avrebbe conseguenze disastrose per il nostro paese”.
“Anche per noi è molto importante avere una radioTV italiana e romancia – ha in seguito sostenuto Anna Giacometti – Dopo la frana che ha messo a dura prova la Val Bregaglia, nelle ultime settimane la copertura mediatica ci ha aiutato a ottenere i fondi per ricostruire le zone colpite dal disastro. Per le ragioni periferiche come la nostra, l’impulso che ha dato la radioTV per il paese è stato decisamente essenziale. Inoltre, essenziale è anche il contributo che le radioTV danno al mondo della cultura, dal momento che sostengono eventi importanti come il Festival di Locarno, ovvero manifestazioni che generano turismo e introiti. L’informazione della Svizzera italiana è seria, e intendo difendere la nostra radioTV, invitando tutti a votare NO a “No Billag”.
Il comitato politico che ha lanciato oggi la campagna è aperto a tutte le personalità, associazioni, istituzioni, aziende e cittadini che desiderano sostenere la causa. Tramite il sito web della campagna, www.nobillag-nosvizzera.ch, è possibile aderire al comitato e contribuire finanziariamente.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale: www.nobillag-nosvizzera.ch
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Se fossi sordomuto, solo a vedere chi ha promosso e sottoscritto l'appello, voterei SI. Ci saranno futuri, nuovi licenziamenti nel baraccone di Comano? Non me ne frega un cazzo! Certi signorini, finalmente, saranno costretti a lavorare.
"No Billag, no Svizzera". Lo diranno anche nelle scuole? Dico la verità e perdonate se non sono molto aggiornato. Che cosa sia la Billag lo so ormai da tempo. Quanto alla Svizzera mi viene una leggera voglia di riprendere in mano il Patrizio Tosetti. Non sapete cosa sia? Ebbene, è quel vecchio libro (avrà un secolo) che spiegava come nacque la voglia dei Waldstätten di liberarsi da qualcuno che non amavano. Certo, avevano i loro metodi: dopo aver pregato Iddio e levando alte grida si gettavano sul nemico. Oggi, sia ben chiaro, non si può. Però si può sempre ridere e agire di conseguenza. Soprattutto quando certe cose (vedi il sensazionale orologio RSI) assomigliano molto a una sorta di Rivoluzione culturale. Di incretinimento, scusatemi. Certo non voglio lontanamente pensare a quella famosa di rivoluzione, prediletta a suo tempo ma ormai lontana, l'epica rivoluzione del grande condottiero il cui pensiero faceva bollire il riso e fertilizzava i campi. Per quanto riguarda la votazione, vedremo poi. Lasciamoci tutti sorprendere. Lo dite anche voi che siete sul pezzo.