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Questo personaggio chiave dell’Argogate esce dallo Stato ma (supponiamo) non esce affatto dalla tormentata vicenda. Tredici giorni or sono il Consiglio di Stato, riunito in un’agitata seduta, aveva creduto (temuto) di aver trovato la “pistola fumante”, cioè la prova della corruzione: un versamento di 50.000 franchi su un suo conto (novembre 2014). In simili casi, ovviamente, non c’è segreto bancario che tenga.
Ma quei soldi erano il frutto di un’eredità e se ne potevano esibire le prove. Il procuratore generale John Noseda ha dunque – dopo interrogatorio e perquisizione domiciliare – scagionato Scheurer.
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