Primo piano

Sant’Ambrogio, Prima della Scala | Trionfa l’Andrea Chénier di Umberto Giordano, lucente Milano

Sant’Ambrogio, 7 dicembre 2017. Come ogni anno apre l’Opera lirica con la Prima della Scala, appuntamento chic dell’Europa dorata e aristocratica. Onorevoli, ministri, (discussi o meno), governatori e… grandi  assenti. Come, per esempio, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. C’è invece il sottosegretario, la Maria Elena Boschi, che entra da un’entrata secondaria per sfuggire ai flash e poi rivela ai microfoni che “la bellezza del teatro” le piace tanto. C’è il sindaco di Milano con la fidanzata, che commenta l’assenza di personalità politiche giustificando “è un periodo delicato” ha detto infatti Sala.

Donne celebri, donne note: ci sono la ballerina Carla Fracci, le stiliste Lavinia Biagiotti e Lella Curiel, la chirurga Ancona.  Tutti avvolti in

Gli antagonisti incendiari non demordono d’altra parte, anche la protesta è tradizionale: davanti a Palazzo Marino sono esplosi petardi e fuochi d’artificio, e ha avuto luogo una sfilata di cenciosi centri sociali con tanto di musica alta e colori. “La Prima della Scala non può essere un evento riservato a pochissimi”.

trionfa il rosso sia per le mise della kermesse, sia per i centri sociali protestanti: gli antagonisti hanno infatti allestito una tenda, sul bianco della quale hanno spruzzato, con vernice rossa, il nome attribuitole: “la baracca occupata”. Davanti ad essa hanno sfilato vestiti (appositamente male) per contestare la ricchezza ostentata dagli invitati alla Prima.  

Altri poi, sfilano protestando contro Trump e contro Israele “La Palestina dev’esser libera, Gerusalemme non è la capitale d’Israele.” hanno detto, e scritto, su cartelloni vari.

La piazza blindatissima, metal detector all’ingresso e all’uscita della Galleria Vittorio Emanuele hanno tutelato, anche quest’anno, spettatori e passanti, ricchi e borghesi dall’evenienza di attacchi terroristici.

Trionfa l’Andrea Chenier diretta da Chailly e interpretata da Ysif Eyvazov (nei panni di Chènier) e dalla moglie Anna Netrebko (nei panni di Maddalena di Coigny). L’opera non veniva riprodotta dal 1985, e d’altronde si sa – l’abbiamo imparato con la verdiana Giovanna d’Arco, nel 2015, Chailly ama riproporre opere meno “sondate” o comunque meno note ai profani.

L’opera lirica, in quattro atti su libretto di luigi Illica, è storica: nei primi atti, in una Francia monarchica al tramonto, sull’incombere della Rivoluzione, il poeta Andrea Chenier si trova diviso tra amore e morale: dall’insegnare alla bella quanto altera contessina Maddalena le virtù dell’amore vero, al contestare gli altezzosi nobili riottosi ad accogliere i borghesi. Negli ultimi atti, Andrea ritrova Maddalena, umiliata dalle avversità del fato e dei giacobini, e le dichiara il suo amore. Tra gelosie, amori non corrisposti, l’opera, un vero e proprio dramma romantico, scritto cent’anni dopo la Rivoluzione, si conclude con la morte per mezzo della ghigliottina dei due amanti, divisi dal destino, uniti dall’amore.

Undici minuti di applausi per l’opera regina della stagione del 2017.

Relatore

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