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Pechino, zuffa tra diplomatici per la valigia nucleare di Trump

Pechino, novembre scorso. Durante il suo tour asiatico il Presidente USA Donald Trump avrebbe avuto la spiacevole sorpresa di vedere bloccato l’accesso al proprio ufficiale. Un ufficiale della sicurezza cinese avrebbe placcato l’uomo che, stando alle fonti, seguirebbe Trump come un’ombra. Non un semplice aiutante, costui: porta infatti con sé una valigetta nucleare che dovrebbe, a suo dire, stare sempre vicino al Tycoon.

Un agente del Secret Service, avrebbe tuttavia immediatamente placcato a sua volta il cinese della security che aveva afferrato l’americano. La security cinese si sarebbe, in seguito, scusata.

La fantasmagorica valigetta trumpiana non sarebbe finita dunque nelle mani dei cinesi, i quali non sarebbero stati informati delle regole da adottare quando i paesi ospitanti ricevono l’illustre inquilino del Pentagono.

La President’s emergency satchel, ovvero la famosa valigetta nucleare di Trump, nota anche come la Nuclear Football, viene trasportata a rotazione da uno dei cinque ufficiali scelti per tale compito; pesa circa 25 kg e assicura una risposta nucleare immediata in qualsiasi momento e luogo del pianeta. Per nessun motivo l’ufficiale scelto che ha l’onere e l’onore di reggere tale prezioso quanto rischioso carico avrebbe diritto a separarsene, cosa che invece sarebbe successa a Pechino, seppur per pochi minuti.

La valigetta quindi, esiste davvero. Fu integrata nell’architettura militare e nucleare USA nel 1962, in seguito alla crisi dei missili sovietici a Cuba.

Relatore

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