In Italia impazza la “Rossini-Mania” da nord a sud, dal centro alle isole varcando i confini nazionali nel mondo intero, a 150 anni dalla morte 13 novembre del 1868 moriva a Parigi Gioachino Rossini, genio indiscusso italiano che influenzò la musica di tutti i tempi,
Rossini, artista amato e quasi venerato dai suoi contemporanei per lo stile di vita che proponeva la sua musica. Un futuro che conteneva il passato che suscitava gioia di vivere e passioni immense per chi voleva essere lieto ed in pace con tutti i propri sensi.
Sarà forse per questo che la produzione Spellbound realizzata con il contributo del Mibact e della Regione Lazio in collaborazione con il comitato Nazionale Italiano per le celebrazioni dei centenari di Rossini, comune di Pesaro e Amat, riesce a donare al pubblico di un teatro di tradizione come quello del Verdi di Pisa lo scorso venerdi sera, un’emozione infinita.
Un omaggio alla figura artistica e umana di Gioachino Rossini, una musica-non dal vivo purtroppo- che si abbandona al movimento con una personalità potente e versatilissima, esattamente come il maestro che vuole rappresentare.
Corpi mossi dall’eco della musica che diventa il paradigma di una vita e di un personaggio, come quello di Rossini, di grande levatura ma con vicende pubbliche e private anche drammatiche e che la coreografia ben esprime nei movimenti, mai banali.
«La musica di Rossini – annota lo stesso Astolfi – è una vera e propria ‘follia organizzata’: intensità, caos puro, smarrimento, fuga schizoide. Ma scappando ha creato qualcosa che non avrebbe mai più potuto essere ripetuto dopo di lui. In scena, una grande parete, piena di sportelli e nascondigli: è la parete dei ricordi di Rossini, dove nascondeva, dove archiviava il suo cibo e i vini. È la casa delle lunghe notti insonni, ma anche dove ospitare amici, compositori e la gente comune con la quale amava scherzare, giocare e condividere tutti gli aspetti della sua vita».
Abbandonarsi al movimento del corpo mosso da un’ombra, ovvero una danzatrice in calzamaglia totale nera e scoprire aspetti sconosciuti della vita di Rossini , spesso non belli e che lui cercò di nascondere tanto da essere considerato ancora oggi come sinonimo di un “Bon Vivant” dedito a tutti i piaceri. L’eco assordante della musica del Barbiere di Siviglia come un siparietto comico danzato, vibrante e assordante allo stesso tempo, come un qualcosa che appartiene a tutti, quando l’allegria non si può reprimere. Concludendo, come un fuoco che non si può contenere, lo spettacolo della Spellbound contemporary Ballet celebra la bellissima arte musicale di Rossini in un teatro perfetto per la sua musica e la danza, come quello di Tradizione del Verdi a Pisa. Per ricordare una volta di più che l’Arte, musicale o d’altro genere, si crea per dire all’uomo cosa significhi “essere umano” e provare emozioni , vere.
Cristina T. Chiochia
ROSSINI OUVERTURES
coreografia e regia Mauro Astolfi
musiche Gioachino Rossini
disegno luci Marco Policastro
set concept Mauro Astolfi, Marco Policastro
costumi Verdiana Angelucci
interpreti Alice Colombo, Caterina Politi, Fabio Cavallo, Giacomo Todeschi, Giovanni La Rocca, Giuliana Mele, Maria Cossu, Mario Laterza, Serena Zaccagnini
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