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Siracusa: Mamma di 20 anni pugnalata e gettata in un pozzo, l’assassino è il compagno

Canicattini Bagni, provincia di Siracusa. Aveva 20 anni, Laura Petroliti. Bellezza solare, lunghi capelli biondi, era una madre giovanissima, con un bimbo di tre anni e una bimba di otto mesi. Una vita non facile, ma tanta voglia di vivere.

I campi tra Noto e Canicattì bagno dove Laura è stata pugnalata dal compagno

Eppure i suoi sogni di ragazza sono finiti nella maniera più terribile, più crudele che si possa immaginare. Il suo compagno, Paolo Cugno, l’ha pugnalata a morte, attorno alle 22 di sabato, dopo una passeggiata in campagna. Ne ha buttato il corpo in un pozzo, ma le lamiere hanno impedito che andasse a fondo. ha provato a spingerlo più in giù, l’assassino, poi lo ha coperto con un coperchio ferreo.

Il corpo è stato scoperto oggi dai carabinieri, durante le ricerche, iniziate sin da domenica mattina, quando il padre che teneva la bimba più piccola, non vedendo tornare la figlia, aveva allertato le forze dell’ordine.

L’assassino, Paolo Cugno e la vittima, Laura Petroliti

Laura aveva avuto un bambino a sedici anni, da una precedente relazione, tenuto dalla nonna, poi, otto mesi fa, la seconda figlioletta, da Paolo Cugno, 27 anni, bracciante agricolo. Una coppia apparentemente serena, anche se, racconta la zia della ragazza, la giovane aveva subito violenze fisiche dal compagno, ma non lo aveva mai denunciato per le percosse.

Paolo Cugno, poche ore dopo l’arresto, ha confessato il delitto. Movente: la gelosia. Dopo l’ennesima lite i due erano usciti per i campi dove lavora l’assassino come bracciante, tra Noto e Canicattini Bagni, lì lui ha compiuto l’orrendo crimine, lì ne ha nascosto il corpo in un pozzo artesiano.

A indirizzare i ricercatori è stato il padre della vittima, e questa mattina, guidati dal capo della Procura di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, le forze dell’ordine hanno rinvenuto il corpo, testimonianza della tragica fine di una giovane mamma.

E’ l’ennesimo femminicidio, del quale l’Italia sanguina, in assenza di pene veramente punitive per gli assassini.

“prima di giudicare la mia vita o il mio carattere” aveva scritto la giovane su facebook metti le mie scarpe… vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate… cadi là dove sono caduta io e soprattutto prova a rialzarti, come ho fatto io.”

Relatore

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