Si parla di pace, di futuro, ma si vede soltanto morte, distruzione, proteste vane e sangue. E’ quanto accade nel giorno del 70esimo anniversario della fondazione dello Stato d’Israele, nel quale l’ambasciata USA viene spostata da Tel Aviv a Gerusalemme con implicito riconoscimento della Città Santa come capitale d’Israele.
Alle porte di una Gerusalemme blindatissima, migliaia di Palestinesi lanciano fumogeni, protestando. Gli scontri al confine vengono intesi da Israele come una minaccia “violenta, – come fa sapere il portavoce – con migliaia di manifestanti disposti in dieci punti di attrito. Hamas – continua il rappresentante d’Israele – sta guidando un’operazione terroristica, mascherata da una mobilitazione popolare”:
E così, nel pomeriggio, Israele reagisce: un aereo da combattimento israeliano colpisce, seguito da altri gas intossicanti: 52 palestinesi morti, 2400 feriti o intossicati.
Il capo di Al Qaeda, successore di Osama Bin Laden, Ayman al Zawahiri, pubblica un video in cui, esponendo la propria tesi secondo cui “Tel Aviv sarebbe anche terra di mussulmani”, lancia il Jihad, la “guerra santa, mussulmana” contro gli USA e l’Occidente. Parla di crociate: “Con Donald Trump non funziona il dialogo – dice – ma solo la resistenza, tramite il Jihad.”
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