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Un fulmine a ciel sereno? Non proprio, si avvertivano movimenti tellurici (se uno non era del tutto addormentato). Ma le dichiarazioni di Bertini, eclatanti, mettono le tensioni in drammatica evidenza.
Questa sera i Liberali luganesi hanno in programma l’elezione del nuovo presidente. Molti si chiedono se la “soluzione” concepita e pilotata da Giovanna Masoni sia saggia e possibilmente vincente. Il Partito nel 2020 dovrà affrontare un’elezione aspra e difficile, contro un avversario agguerrito e temibile. Bertini, agli occhi dei più, è la carta migliore in mano al PLR. Nel 2015 (elezione per il Governo) è stato brillante, anche se non ha fatto il miracolo, perché i miracoli spettano solo a Gesù Cristo e a Padre Pio. Bertini è elettoralmente molto forte. Nel 2016 – al netto delle preferenze automatiche che provengono dalle schede di partito – ha fatto 17 voti più del Sindaco.
La perdita di Lugano (2013) per il PLR è stata un colpo gravissimo, senza alcun dubbio paragonabile alla perdita della maggioranza in Consiglio di Stato. E l’elezione 2020 sarà una battaglia dura e spietata, contro un avversario aggressivo e ben insediato. Non sarà come organizzare un brunch al Turba o sfilare sotto un acquazzone al Pride (cose bellissime, non le sottovaluto affatto).
Stasera avevo un altro impegno ma (ne dubitavate?) l’ho annullato. La mia speranza: che tutti parlino liberamente e con sincerità. Sarebbe già una vittoria.
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