Onde d’urto per frantumare le calcificazioni coronariche
“Come è noto – spiega il Prof. Moccetti – la riapertura dei vasi coronarici occlusi avviene normalmente, oggi, utilizzando la tecnica del catetere a palloncino, tecnica che tutta- via in alcuni casi risulta impraticabile a causa della presenza di calcificazioni importanti, placche calcifiche molto dure non dilatabili con i comuni palloni di angioplastica. In genere per questi casi si ricorre all’intervento di bypass, che per quanto eseguito oggi con sempre maggiore sicurezza non è certo paragonabile, sotto l’aspetto dell’invasività e del rischio per il paziente, alla procedura transcatetere”.
“L’innovazione – conclude il Prof. Moccetti – non deve essere mai fine a se stessa, ma si giustifica solo se offre dei vantaggi, soprattutto al paziente. Grazie a questa metodica siamo riusciti a risparmiare a due pazienti (e ce ne saranno altri) la sala operatoria. Inoltre, ed è importante anche questo, abbiamo introdotto una procedura che ha un impatto sui costi della salute sensibilmente inferiore rispetto all’opzione chirurgica.”
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