Estero

Il Messico ha scelto il suo primo leader di sinistra: Andrés Manuel Lopez Obrador è il nuovo presidente.

Sono state delle elezioni stroriche quelle del Messico. Ieri, è stato eletto presidente con il 53% dei voti il leader di centro-sinistra del movimento Morena, Andrés Manuel Lopez Obrador, detto Amlo. È la prima volta che un leader di sinistra si ritroverà alla guida del paese.

Tra i primi a fare le congratulazioni ad Amlo l’ex presidente Enrique Pena Nieto: “Sono sicuro che tutti i messicani auspicano una presidenza di successo” ha dichiarato Nieto. E anche la reazione del presidente degli Stati Uniti non si è fatta attendere: “Sono ansiosissimo di poter lavorare con lui. C’è molto che può essere fatto per beneficiare a Stati Uniti e Messico!” ha scritto Donald Trump in un tweet.

Obrador è nato nel 1953 nello Stato di Tabasco dove ha lavorato per l’ufficio per gli affari indigeni. Poi, nel 1976, ha fatto il suo ingresso in politica, in particolare nel Partito Rivoluzionario Istituzionale di cui diventa presto leader. Nel 1989 entra nel Partito della rivoluzione democratica e lo guida per tre anni, dal 1996 al 1999.

La svolta della sua carriera arriva nel 2000 quando viene eletto Governatore di Città del Messico che mette in evidenza le sue capacità politiche e gli serve da trampolino per le elezioni presidenziali. Ci prova nel 2006 e nel 2012 senza successo, anche se nel suo tentativo più recente era arrivato secondo. Nel 2015 ha fondato il Movimento di rigenerazione nazionale (MORENS) e infine, ieri ha finalmente raggiunto il suo traguardo diventando presidente della nazione.

Decine di migliaia di persone si sono riunite nella piazza dello Zócalo, a Città del Messico per celebrare la vittoria di Amlo. Lui dal canto suo ha pronunciato il suo primo discorso ufficiale. Alla base della sua politica ci sarà “libertà di espressione, imprenditoriale e religiosa”, la sua idea non è quella di  costruire una dittatura bensì promuovere dei cambiamenti in base “all’ordine istituzionale esistente”. Infine, ha invitato i messicani alla riconciliazione e scandito lo slogan “Si, si può!”, strizzando l’occhio a “Yes, we can!” di Barack Obama.

MK

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