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Attacco a Maduro: la pericolosa instabilità del Venezuela

 

Una serie di eventi successi negli ultimi mesi stanno minando la già precaria stabilità del governo venezuelano e di tutto il paese.

L’ultimo è stato il tentato omicidio avvenuto ieri del presidente della Repubblica Nicolás Maduro. Si è trattato del primo tentativo di assassinio del presidente, al potere dal 2013. Le guardie militari sono riuscite a respingere l’azione e il presidente non ha riportato ferite.

Almeno due esplosioni si sono verificate nella zona presidenziale, durante una parata militare per commemorare l’81° anniversario della creazione della Guardia Nazionale Bolivariana. L’attentato è stato commesso con l’aiuto di due droni, modello DJIM600 progettato per supportare carichi pesanti. I droni sono infatti stati riempiti con circa un chilo di esplosivo C4 ciascuno, esplosivo che in seguitp è stato distrutto dal personale militare addestrato. Le guardie del corpo hanno immediatamente protetto il presidente con pannelli neri antiproiettile.

“La mia prima reazione è stata quella della serenità, perché ho piena fiducia nella lealtà del popolo e delle forze armate. Per me Dio mi protegge, ma sulla terra mi protegge il popolo e le forze armate”, ha detto Maduro. “Sto bene, sono vivo, dopo questo attacco sono ancora più determinato a seguire la via della rivoluzione”, ha proseguito, “oggi hanno cercato di uccidermi. Non ci sarà perdono”. Con queste parole il presidente ha sollevato il timore che venga lanciata un’offensiva contro l’opposizione nel Paese dove i prigionieri politici sono già circa 250. 

Per ora sono state arrestate sei persone con l’accusa di coinvolgimento  nel tentato omicidio. Il ministro dell’Interno, Nestor Reverol, ha detto che diversi veicoli sono stati sequestrati e sono state fatte incursioni in alcuni hotel della capitale che hanno permesso di raccogliere prove sui presunti collaboratori.

Il carico esplosivo di ciascun drone era in grado di creare danni ingenti in un raggio di 50 metri. Uno di loro ha volato sopra la tribuna presidenziale, ma grazie alle installazioni di apparecchiature speciali della Guardia d’onore del presidente della Repubblica, il drone è stato disorientato attivandolo fuori dal perimetro pianificato dai terroristi. L’altro drone ha perso il controllo dell’approccio ed è precipitato in un edificio vicino dove è stato fatto detonare all’altezza del primo piano.

L’attentato ha mostrato un presidente vulnerabile. Aveva appena assicurato che è giunto il momento per la ripresa economica quando improvvisamente interruppe il suo discorso e alzò lo sguardo con espressione preoccupata. Pur essendone uscito illeso,  lascerà nella memoria un’immagine che rivela la dimensione del conflitto politico in cui il Venezuela è immerso. Non solo un segno dell’instabilità del governo nella peggiore crisi economica del paese nella storia recente, ma anche dell’opposizione e della disperazione dei settori estremisti.

Dopo aver vinto le elezioni presidenziali a maggio, alle quali gran parte dell’opposizione non ha partecipato perché non si è trattato di elezioni “giuste o corrette”, Maduro aveva annunciato alcune riforme per cercare di migliorare l’economia del paese. A partire dal 20 agosto prossimo, è prevista una riconversione monetaria di un paese in iperinflazione e sono previste ulteriori misure relative al prezzo della benzina.

Ciò che sicuramente ha rivelato l’evento è la debolezza del sistema di sicurezza. La fuga precipitosa dei soldati che partecipavano alla commemorazione rompendo i ranghi e correndo in più direzioni lascia le forze armate nel dubbio. Pare che ci siano già delle incongruenze, le autorità contraddicono le loro stesse dichiarazioni. Il vice presidente del settore delle comunicazioni, Jorge Rodrίguez, e il ministro Nestor Reverol, hanno rilasciato dichiarazioni diverse sull’attacco dei droni.

Non è la prima volta che il presidente Maduro denuncia un attacco contro di lui e ancora oggi non ha presentato prove a sostegno delle sue accuse. Alcuni media hanno espresso dei dubbi sulle immagini televisive che hanno immortalato l’attacco. Lo scetticismo è dettato in parte dalla trasmissione televisiva ufficiale dove non si vede nessun drone, e in parte da diversi media che hanno raccolto dichiarazioni di persone presenti alla commemorazione che affermano di non aver visto nulla.

La cosa responsabile sarebbe attendere l’esecuzione delle indagini pertinenti, anche se  vista la situazione attuale per molti è difficile credere a quello che dicono i burocrati del regime.

MK

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