Riceviamo da Sergio Roic – un corrispondente prezioso per Ticinolive, poiché “copre” la sinistra e scrive cose di sinistra che noi non saremmo mai capaci di scrivere – e volentieri pubblichiamo.
È giusto che la città sia tenuta in ostaggio dai Molinari? Si sapesse almeno chi sono. Ticinolive sarebbe disposto a intervistarne uno.
Approfittiamo dell’occasione per proporre una contestazione non priva di humour. In un comunicato diffuso ieri Raoul Ghisletta scrive testualmente; “Occorre sopratutto incoraggiare il dialogo con la realtà della autogestione e l’integrazione dell’autogestione nell’ex Macello, come chiesto dalla mozione PS”.
Dialogo? Orbene, il Sindaco ha detto chiaramente che con i Molinari non si può parlare. E se lo dice lui… (se lo dicessi io sarebbe già diverso).
* * *
Passando al lato culturale, che ricordiamolo all’ex Macello accomuna i giovani di tutto il cantone, le principali attività del Molino, per chi non ne fosse al corrente, consistono in concerti pop di grande richiamo: i gruppi invitati spesso sono celebri sia in Svizzera che all’estero. Sono state organizzate anche rassegne cinematografiche e dibattiti sull’arte, la società e la politica. Nel presente, i molinari si battono, raccogliendo fondi, per la costruzione di una scuola distrutta dall’Isis a Kobane: la scuola dovrebbe essere di nuovo agibile a breve.
È necessario pure rimarcare che le attività del Molino sono organizzate su base democratica: ogni futura iniziativa o decisione viene presa alla presenza di tutti gli aderenti. Questo modo di agire ha messo, talvolta, in difficoltà le autorità cittadine di Lugano, mettendole di fronte a una logica molinara assembleare con la quale si faticava a comunicare. Nella situazione venutasi a creare con la presentazione di un messaggio municipale in vista di un concorso architettonico di 450mila franchi che escluderebbe di fatto l’autogestione dal sedime dell’ex Macello, il Partito Socialista di Lugano intende difendere l’idea dell’autogestione. Si tratta di un autentico vettore culturale di una parte del vissuto giovanile cantonale e una ristrutturazione del sedime dell’ex Macello, magari rispettando pure le caratteristiche architettoniche attuali, non dovrebbe per forza escludere l’autogestione dallo spazio che le è stato assegnato (circa un terzo del sedime dell’ex Macello). Il PS Lugano ritiene, quindi, che sarebbe doveroso mantenere l’autogestione sul sedime dell’ex Macello accostandola a un progetto più adeguato di cittadella della cultura condivisa (in questo caso in grado di riunire anche idee “culturali” diverse).
Sergio Roic, a nome del Partito Socialista di Lugano
2018 Dopo la deludente sconfitta della nazionale contro la Svezia il direttore del Mattino dice…
Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, dissoluto e crudele, temuto e odiato, morì così. Il…
Abbiamo incontrato questa artista in occasione di un incontro poetico in casa Sciolli, a Pura.…
Il grande compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart mori a Vienna il 5 dicembre 1791, all'età…
2017 : Fuga dall'Europa (titolo originale) da www.conflittiestrategie.it * * * Il fine di questo portale…
Sul portale del quotidiano francese Le Figaro, la storica canadese Carolyn Harris racconta qualche aneddoto…
This website uses cookies.
View Comments
Sarebbe interessante provare, da privato cittadino, ad occupare una proprietà comunale, pur con tutte le buone intenzioni di questo mondo, con relativa esposizione di striscione minatorio. Chissà se adducendo al diritto di libertà la farei franca, non so perchè ma mi permetto di dubitarne. Pure l'esposizione di uno striscione di tale tenore, senza occupazione, porterebbe a provvedimenti nel giro di pochi giorni. Il problema è tutto qui, o certi diritti vengono garantiti a tutti oppure non devono essere garantiti a nessuno. O gli autogestiti hanno diritti particolari?
"...sarebbe doveroso mantenere l'autogestione sul sedime dell'ex macello..."
Bene, il P$ ha i numeri in CC per cambiare il condizionale in indicativo presente? No?
Allora si presenti con tutti i suoi "militanti" il giorno dell'evacuazione per difendere lo "spazio culturale alternativo". Un partito serio lo farebbe, ma qui evidentemente si tratta d'altro.